Con la Legge di Bilancio 2022 è stato approvato un regime di tassazione di favore da parte dell’Agenzia delle Entrate per determinati tipi di lavoratori.
Con la Legge di Bilancio 2022 diversi sono stati i bonus accordati dal Governo. Partendo da quelli di natura edilizia, per poi passare a quelli rivolti alle famiglie. Un insieme di incentivi che hanno un unico scopo, quello di supportare la ripresa del Paese.
Tra questi, sempre con la nuova finanziaria, ne è stato inserito uno rivolto ad una specifica categoria di lavoratori. Non si tratta di un vero e proprio bonus, bensì di un sistema di tassazione agevolata. A renderlo noto l’Agenzia delle Entrate con una circolare pubblicata sul proprio sito.
Agenzia delle Entrate, tassazione agevolata per i lavoratori che spostano la residenza in Italia
Con la circolare 9/E/2022 l’Agenzia delle Entrate ha ribadito come attraverso la Legge di Bilancio è stato previsto un sistema di tassazione agevolata per tutti quei che decidono di trasferire la propria residenza in Italia. Stando a quanto riporta la redazione di Proiezioni di Borsa, si tratterebbe di un regime equiparabile a quello dei rimpatriati.
Non si tratterebbe, però, di un qualcosa a tempo indeterminato essendo un sistema pensato per una durata temporanea. Per poter aderire devono ricorrere due requisito: il primo non essere stati residenti in Italia nei due anni precedenti la richiesta e che il lavoro svolto abbia sede in Italia.
Verificato ciò, all’atto pratico, l’agevolazione consiste nel calcolo che lo Stato fa delle tasse: il 30% sul reddito totale. Inoltre, se il trasferimento avviene in regioni come la Puglia o la Calabria, o ancora l’Abruzzo, l’imponibile scende ulteriormente passando al 10%.
Tutt’altra cosa rispetto al Bonus Cervelli, il quale consente al personale docente o ai ricercatori che giungono in Italia di pagare solo il 10% di imponibile sul proprio reddito. In questi casi i requisiti sono aver svolto attività all’estero per almeno due anni precedenti alla domanda e modifica della residenza in Italia che dovrà permanere per tutto il tempo di fruizione dell’agevolazione. Questo beneficio, in origine, avrebbe dovuto avere la durata di 4 anni, poi prorogato a 6. Non si esclude, però, un nuovo ed ulteriore slittamento.