Gomme ricostruite: una soluzione per il cambio di pneumatici che ora è in corso ma bisogna fare molta attenzione
Passata la stagione invernale è ora di tornare a vestirci più leggeri e anche l’auto deve adattarsi alle nuove temperature. Dal 15 aprile si possono dismettere le gomme invernali e rimettere quelle estive. C’è un mese di tempo e il nuovo cambio avverrà poi a ottobre quando bisognerà mettere alle ruole i pneumatici invernali.
Nel Decreto energia è stato inserito il Bonus gomme che può valere fino a 200 euro. Un aiuto importante per i milioni di automobilisti che già stanno patendo il caro benzina e i costi di manuntenzione.
Ma per risparmiare esiste anche un metodo che non è proprio nuovo. Si tratta di usare gomme ricostruite: si sostituisce il battistrada con pneumatici riciclati, una tecnica usata soprattutto per i mezzi agricoli.
Ma come avviene in pratica la ricostruzione? Il battistrada di una gomma usata viene messo su quella dell’auto che deve circolare usando la tecnica della vulcanizzazione. In pratica è come se fosse un pneumatico nuovo.
Un metodo più che favorevole all’ambiente perché non viene prodotta altra gomma per pneumatici nuovi e non si creano altri rifiuti. Ma restano i dubbi: sono gomme che fanno stare tranquilli dal punto di vista della sicurezza stradale.
Gomme ricostruite, l’esito dei test di sicurezza
Sono anni che il Touring Club Svizzero analizza e fa test sulle gomme ricostruire per provare quanto siano efficienti e sicure.
È dal 2003 che il Touring Club Svizzero realizza verifiche sui pneumatici ricostruiti e i risultati sono diversi rispetto alle gomme di fabbrica. Come riporta motori.virgilio, gli ultimi sono stati fatti con fomme King Meiler e gli esiti non sono stati positivi soprattutto sull’asfalto bagnato. Ad 80km/h una frenata a fondo ha bisogno di tre passaffi pedonali in più rispetto alla gomma nuova.
Una prova dunque che la dice lunga sulla tenuta e la sicurezza, non solo per l’automobilista. Ovviamente anche su una strada asciutta le conseguenze sono diverse e c’è una bassissima resistenza al fenomeno dell’aquaplaning.
A mettere tutto in discussione non è solo che il battistrata sia usato ma anche la qualità di quanto era nuovo. Insomma, la ricostruzione è una pratica che sorride all’ambiente e alla tasche, ma la sicurezza cala molto.