Sicurezza alimentare, dallo spazio alla tavola: un’azienda usa un metodo unico per scovare eventuali contaminazioni
È sempre un tema caro e delicato quella della sicurezza alimentare. L’argomento delle ultime settimane si è ritagliano uno spazio importante sui media per il caso della Salmonella alla Ferrero che è stata costretta a ritirare alcuni prodotti dagli scaffali proprio in un periodo florido commercialmente come quello della Pasqua.
Per avere maggiore sicurezza ed essere certi che i prodotti che arrivano sulla nostra tavola non siano contaminati, si può usare addirittura una tecnologia innovativa che arriva dal settore dell’aerospace e dei satelliti, utilizzando i raggi X.
L’idea è nata nella Xnext, azienda tutta italiana che, per fare un esempio, usa lo stesso principi delle tecnologie che troviamo negli aeroporti per il controllo dei bagagli.
Sicurezza alimentare, la tecnologia Xnext
Bruno Garavelli, lo sviluppatore della tecnologia, ha spiegato a SkyTg24 che il sistema mette insieme fotonica, microelettronica nucleare e intelligenza artificiale.
Lo strumento, che si usa in ambito industriale, può essere convertito e installato anche nelle catene di produzione alimentare. Il funzionamento è praticamente lo stesso che vediamo negli aeroporti con i prodotti che scorrono su un rullo e vendono scannerizzati: i raggi “vedono” all’interno della confezione effettuando in tempo reale il controllo sulla qualità.
In questo modo è possibile identificare gli eventuali corpi estranei a bassa ed alta densità ma anche la mancata conformità come il volume, la forma, le dimensioni o mancanza prodotto.
Se dovessero essere rilevati problemi, un estrattore toglie dal rullo il prodotto, escludendolo dalla catena di produzione dando il via a una seconda ispezione.
Ma cosa può trovare il macchinario della tecnologia? Micro-pezzetti di plastica, di legno, piccole ossa e insetti, ha spiegato Garavelli.
Come si dice quando si effettua una verifica scrupoloso, si vuole trovare il pelo nell’uovo e questo è l’obiettivo della Xnext. Garavelli ha detto che tutto è nato 19 anni fa con un progetto su carta realizzato con un socio, entrami appassionati di aerospazio e di satelliti per l’astronomia.
Da quel foglio ora la realtà parla di 45 dipendenti tra l’Italia e la Francia con prossima aperture anche in Nord America. Ogni minima contaminazione, sostiene, sarà trovata e tutto sarà più sicuro per i consumatori.