Il 5 per mille è uno strumento per sostenere gli enti non profit accreditati. Ma che fine fa se non si effettua la scelta?
Il 5 per mille indica una quota dell’imposta IRPEF, che lo Stato italiano ripartisce, per dare sostegno, tra enti che svolgono attività non profit socialmente rilevanti iscritte agli elenchi dell’Agenzia delle Entrate o alle iniziative sociali dei comuni. La scelta è a discrezione del contribuente e la si effettua contestualmente alla compilazione della dichiarazione dei redditi. La quota è quindi direttamente proporzionale al reddito del contribuente.
Il 5 per mille è stato introdotto con la finanziaria relativa al 2006 (art.1, cc 337-340, L 266/05) e riconfermato dalle successive leggi finanziarie sino ad arrivare alla sua stabilizzazione nel 2014 (art.1, comma 154, L 190/14). Le finalità del 5 per mille sono quindi espressamente definite dalla legge che indica le attività rientranti degli enti no profit, alcune amministrazioni pubbliche, associazioni di ricerca scientifiche. Spetta alle organizzazioni non profit individuare la finalità adatta ad avviare il percorso di accreditamento.
Il contribuente può destinare la quota del 5 per mille della sua imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) compilando l’apposita sezione presente sui modelli di dichiarazione (Modello Unico PF, Modello 730). All’interno della sezione sono presenti riquadri appositi con le indicazioni relative ai settori specifici beneficiari. Una volta individuato e selezionato il settore a cui si vuole devolvere la quota relativa si può compilare lo spazio dedicato al codice fiscale dell’organizzazione prescelta e firmare.
E’ importante sapere che è possibile donare il 5 per mille anche in assenza di dichiarazione dei redditi. Si può infatti utilizzare la scheda preposta allegata alla Certificazione Unica che il datore di lavoro consegna al lavoratore. Una volta effettuata la scelta la scheda va consegnata presso un ufficio postale, al CAF di riferimento o ad un intermediario fiscale autorizzato all’invio telematico all’Agenzia delle Entrate.
Ma cosa accade se non si effettua la scelta di un ente specifico all’interno degli appositi spazi con l’indicazione del codice fiscale? La risposta è semplice: in questo caso la quota del 5 per mille verrà assegnata all’ambito scelto attraverso la firma e poi ripartita in egual misura tra tutte le organizzazioni aventi diritto.
Nel caso in cui invece non si concretizzi nessuna scelta e cioè non si apponga la propria firma in nessuno dei riquadri indicati, la quota del 5 per mille viene comunque calcolata e rimane all’interno delle casse erariali. E’ quindi importante effettuare una scelta quanto più consapevole che andrà ad impattare positivamente sul terzo settore garantendo la sopravvivenza di organizzazioni fondamentali per la nostra società civile.