La guerra tra Russia e Ucraina, e la conseguente crisi energetica, non hanno fatto altro che peggiorare la questione del deterioramento del credito. Ma andiamo a scoprire più nel dettaglio un nuovo metodo in grado di velocizzare di molto la gestione delle prime difficoltà.
Nel 2020 le esigenze di liquidità di imprese e famiglie sono state soddisfatta grazie alle misure di sostegno adottate dal governo.
Dal canto loro, invece, le banche hanno provveduto alla realizzazione di piani di delevaring con tanto di rivalutazione del portafoglio.
La questione del deterioramento del credito e l’aiuto della nuova tecnologia Fire
Nonostante tutte queste “buone cause”, però, resta ancora il rischio che il credito si deteriori. A peggiorare le cose, poi, c’è il conflitto russo-ucraino e la conseguente crisi energetica che sta mettendo a dura prova diversi settori.
La stessa Banca d’Italia di recente ha fatto sapere che c’è l’urgenza di velocizzare la grande quantità di posizioni UtP che pesano in modo particolare sui bilanci delle banche.
Nei prossimi due anni, sono previsti ben 60 miliardi di crediti deteriorati. Un dato che evidenzia la necessità di attivare azioni utili a ridurre considerevolmente il tasso di decadimento. In poche parole, ci si dovrebbe muovere in modo da normalizzare il credito.
Molto interessante, in tal senso, è Fire Group, un servicer in grado di gestire il credito sin dalle prime difficoltà. Così facendo, c’è la possibilità di individuare rapidamente delle misure capaci di ristrutturare il credito.
Fire è in grado di semplificare di molto la gestione del credito. Questo perché si serve di strumenti dotati di intelligenza artificiale e machine learning per il calcolo della debt capacity.
Fire consente di beneficiare di strumenti innovativi che rappresentano dei veri e propri acceleratori digitali.
Tutta questa evoluzione potrebbe portare al superamento di alcuni ostacoli del settore come, ad esempio, l’asimmetria informativa tra servicer e banche.
Per semplificare la gestione del credito, poi, sarebbe auspicabile migliorare la capacità di condivisione tra servicer e istituti. Tutto questo accompagnato a strumenti di monitoraggio automatici, in grado di individuare gli eventuali effetti in fatto di diminuzione della soglia di rischio del portafoglio.