I paesi dove si pagano più tasse: da anni diciamo che nel nostro la pressione fiscale è molto alta. La Classifica
Quando di parla di tasse in Italia sono sempre mal di pancia. Siamo tutti ben consapevoli di quanto sia alta la pressione fiscale e i dati ce lo confermano di continuo. Ma oltre al danno c’è anche la beffa: non solo paghiamo tanto ma i servizi non sono certamente tra i migliori e forse questo è ciò che fa più male. Va anche aggiunto che a differenza di altri paesi – dove pure si paga molto ma in cambio c’è maggiore efficienza e precisione – da noi gli stipendi restano bassi.
Complice di tutto ciò anche l’evasione fiscale (qui uno dei piani del governo per provare a contrastarla) che crea un danno a tutta la collettività, lasciando buchi nei bilanci che vanno sanati da chi le tasse già le paga e con gravi effetti sui servizi.
L’Italia però non è in cima alla classifica dei paesi che pagano più tasse ma non siamo neanche lontani dalla vetta e ci siamo anche avvicinati da quanto c’è stata la pandemia. Nel 2019 siamo stati primi in Europa con una pressione fiscale al 48,2% rispetto al valore del Prodotto Interno Lordo, al netto dei miliardi che agitano il mare dell’economia sommersa.
Paesi dove si pagano più tasse: cos’è il tax freedom day
Il calcolo avviene con il tax freedom day, la data simboloo da cui ci si “libera” delle tasse: a partire da quel giorno si dovrebbe lavorare solo per sé stessi e non per pagare quanto dobbiamo allo Stato. Serve anche ad indicare la capacità di acquisto di tutti. Nel 2020, ultimo giorno in cui è possibile paragonare con gli altri paesi europei, il tax freedom day è caduto il 5 giugno, quattro giorni prima rispetto alla media europea.
Tenendo come punti di riferimento il giorno dal quale non si lavora solo per pagare le tasse, la Francia è prima che supera il tax freedom day medio europeo di 19 giorni poi ci sono i Paesi Bassi con +11 e la Spagna è a +20 giorni.
Al contrario, invece, quali sono i paesi più virtuosi? Al primo posto svetta l’Irlanda che ha una pressione fiscale del 20,7% rispetto al Pil e si pagano le tasse “dopo” 76 giorni lavorativi dall’inizio dell’anno (nel 2022 è caduto il 16 marzo), ben 81 giorni prima del nostro. Noi, infatti, dovremmo aspettare il 7 giugno.