Per il 2022, esistono dei modi per portare l’assegno unico per figli da 20 euro fino a 500 euro: vediamone insieme tre, reali e perfettamente attuabili.
E’ l’INPS a fissare gli importi spettanti per l’assegno unico per i figli. Viene riconosciuto a tutte le famiglie con figli in base ai valori Isee del nucleo familiare. Esistono però tre modi, del tutto legali, per fare in modo che l’assegno sia più consistente.
L’assegno unico può variare sostanzialmente e anche contare solamente 50 euro per chi ha un reddito annuo superiore a 40mila euro.
Dall’avere un Isee più basso a calcolare le maggiorazioni spettanti o cumulare l’assegno con altre misure destinate a famiglie con i figli, ci sono diverse maniere per ottenere un’agevolazione economica più alta.
L’importo dell’assegno viene stabilito dall’INPS e varia in base a diversi scaglioni di reddito, composizione del nucleo familiare o per ulteriori fattori.
Quali sono dunque i tre modi da poter sfruttare per alzare l’assegno unico?
- Abbassare il valore dell’Isee
- Calcolare le varie maggiorazioni a cui si ha diritto
- Cumulare l’assegno unico ad altre agevolazioni previste per le famiglie con i figli.
Vediamoli più nel dettaglio.
Tre modi (legali e reali) per aumentare l’assegno unico per figli
Abbassare il valore Isee è il primo modo per alzare l’assegno unico per figli. Più il valore dell’Isee risulta basso, più l’assegno che viene riconosciuto alla famiglia è alto.
Quando il valore dell’Isee si abbassa? Davanti a variazioni reddituali o patrimoniali che vanno a ridurre la ricchezza familiare. E’ il caso, ad esempio, della perdita di reddito di uno dei familiari, o di una riduzione significativa dello stesso.
Anche delle variazioni minime di reddito comportano un assegno più alto: ad esempio, un reddito annuo compreso tra 17.700 e 17.800 euro da il diritto a ricevere un assegno unico di 161 euro. Abbassare il reddito anche solo a 16.000 euro, porta ad un assegno di 169 euro. Aggiungendo delle maggiorazioni, come ad esempio 28,27 euro per entrambi i genitori lavoratori o di 82,4 euro per la presenza di un figlio maggiorenne a carico, ecco che l’assegno sale a 280 euro.
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L’assegno unico può essere aumentato da eventuali maggiorazioni. Vengono stabilite dalla Legge e l’INPS permette di accumularle, aumentando l’importo finale percepibile.
Tra quelle disponibili, abbiamo maggiorazioni previste per il carico di figli maggiorenni fino a 21 anni, la presenza di un secondo figlio, figli maggiorenni non autosufficienti o minorenni con gravi disabilità, per mamme under 21 o per la presenza di genitori entrambi lavoratori.
C’è una somma a cui si ha il diritto per il rispetto di ciascuna di queste situazioni e anch’essa varia in base al valore Isee del nucleo familiare.
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Accumulare diverse agevolazioni spettanti è un altro modo per alzare l’assegno: è il caso, ad esempio, del bonus asilo nido, l’unico ancora in vigore dopo l’arrivo dell’assegno unico che ha inglobato tutte le misure precedenti destinate alle famiglie.
Questo bonus è valido per famiglie con figli a carico di età inferiore ai tre anni, che frequentano l’asilo nido o necessitano di assistenza domestica. L’importo annuo è di 3000 euro per chi ha un reddito inferiore a 25mila euro; 2500 euro per un Isee compreso tra 25mila e 40 mila euro; 1500 euro per redditi che superano i 40mila euro.
Un’altra misura cumulabile è l’assegno di maternità comunale, per cui si può fare domanda presso la sede del Comune di residenza e consiste in un aiuto per tutte le mamme che hanno il minimo di contributi necessari ad avere copertura previdenziale. E’ il caso di mamme disoccupate, casalinghe, studentesse. Il valore è di 354,73 euro per 5 mesi.
Anche il bonus cultura per i nuovi maggiorenni contribuisce all’aumento dell’assegno unico. Si tratta di un contributo di 500 euro destinato ai nuovi 18enni e spendibile in attività culturali, concerti, cinema, spettacoli teatrali, mostre, musei o per l’acquisto di libri e materiale scolastico.