Le ultime riforme e le ultime decisioni della Corte Costituzionale hanno portato a dei cambiamenti per quanto riguarda la reversibilità: è bene prestare attenzione alla pensione a quali categorie sono coinvolte nelle nuove normative.
Le ultime regole relative al trattamento pensionistico vanno ad includere categorie che prima erano escluse.
Infatti, adesso non saranno più solamente le vedove a poter usufruire della pensione di reversibilità. Il sostegno destinato ai familiari in vita di un pensionato o lavoratore defunto è stato concesso anche ad altre persone che in precedenza non venivano considerate.
Lo scorso 5 aprile è avvenuto il deposito della sentenza 88/2022 della Corte di Cassazione: ha cambiato la normativa vigente, estendendo il diritto a ricevere l’assegno di reversibilità a nuovi beneficiari.
Per fare un po’ di chiarezza, l’assegno di reversibilità è il sostegno pensionistico riconosciuto ai familiari superstiti di un pensionato o lavoratore deceduto.
Finora è stato destinato al coniuge, anche se divorziato, e ai figli minorenni. Se il coniuge superstite risulta essere l’unico erede, beneficia del 60% dell’assegno e va a diminuire se ci sono altri familiari o se si supera il limite massimo annuo.
Per le coppie separate e divorziate sono state introdotte importanti novità.
Pensione di reversibilità: chi sono i nuovi beneficiari?
Per le coppie separate, l’INPS ha deciso che l’assegno di reversibilità va assegnato anche a chi ha addebito e senza diritto agli alimenti. Questo mette tutti i separati sullo stesso piano e, nel caso in cui ad alcuni di loro in passato fosse stato negato l’assegno pensionistico indiretto, possono richiedere un nuovo esame.
In quanto alle coppie divorziate, come annunciato anche su Il Sole 24Ore, il diritto a percepire il trattamento pensionistico viene mantenuto se i due ex coniugi non si sono risposati. In questo caso, la pensione viene divisa tra l’ex coniuge e quello nuovo, calcolandone la percentuale da percepire in base alla durata del matrimonio e al reddito delle due parti coinvolte.
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Oltre i coniugi, anche i figli legittimi possono ricevere la pensione. Possono essere eredi naturali, riconosciuti, dichiarati e adottivi ma minorenni e inabili al lavoro, maggiorenni fino a 21 anni se studenti o iscritti a corsi professionali o fino a 26 anni in caso di studenti universitari.
Per permettere invece ai nipoti di beneficiare dell’assegno, anche se non conviventi e anche se maggiorenni o inabili al lavoro, essi dovevano essere sostenuti a carico del defunto.
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Nel caso in cui coniuge o figli non fossero in vita, l’assegno indiretto può essere diritto dei genitori in carico, di età superiore a 65 anni e senza pensione o di fratelli celibi e sorelle nubili qualora fossero inabili al lavoro e privi di trattamento pensionistico.
Continuano ad essere esclusi dal diritto di ricevere la reversibilità i conviventi e le persone che già possiedono una pensione.