Pranzo pasquale, quest’anno si spende molto di meno

Pranzo pasquale, quest’anno si spende molto di meno a causa della crisi: sono pochi che andranno a mangiare fuore casa

Pranzo pasquale
Foto Ansa

Festa più magra ques’anno per milioni di italiani. In questi mesi tante sono state le spese extra impreviste come l’aumento delle bollette e i rialzi in generale di ogni bene. Al pranzo pasquale però non si può rifiutare perché è un’ottima occasione per stare con i propri affetti.

Ma si pende di meno per imbandire la tavola e con la spesa che cala del 30% rispetto al 2019, prima della pandemia. I dati sono di un indagine del Centro studi di Confcooperative che riporta come 10 milioni di persone baderanno bene a cosa comprare.

4 italiani su 10 passeranno la squadra a casa con i parenti mentre si concederanno un pranzo fuori, al ristorante o in agriturismo, 3 su 10. Non manca chi viaggerà per passare qualche giorno da parenti e staccare un po’ la spina e lo faranno 2 su 10, un viaggio molto voluto dopo due anni di pandemia e restrizioni.

Pranzo pasquale, per 10 milioni di italiani non cambia nulla

Sono tantissimi gli italiani che purtroppo vivranno la festività come un giorno qualsiasi e non consumeranno nulla di speciale. Sono infatti 10 milioni gli italiani che vivono nella condizione di povertà assoluta o relativa.

Come detto a saranno circa 4 italiani su 10 che pranzeranno fuori, dando una boccata l’ossigeno al settore della ristorazione, tra i più colpiti dalle restrizioni anti-Covid e dagli aumenti delle bollette di gas e luce.

Secondo il centro Confcooperative “trionferanno le eccellenze dell’agroalimentare made in Italy”, e anche in questo caso si tratta di un conreto aiuto a una grande e importante filiera del paese.

La stragrande maggioranza non rinuncerà a capretto e agnello, classiche pietanze pasquali. Bene anche i consumi di pesce che durante la quaresima e in particolare i venerdì (giorno in cui tradizione vuole non si mangi la carne) sono aumentati di circa il 30%. .

Per quanto riguarda i dolci calano i consumi di uova di cioccolato a 25 milioni rispetto ai 28 registrati nel 2021. Meglio invece le colombe che raggiungono una richiesta di 24 milioni, due in più rispetto allo scorso anno.

La forbice delle diseguaglianze è però aumentata come avviene in ogni crisi e per molti poveri la situazione si è aggravata, a vantaggio di tanti ricchi. Per loro nulla di quanto detto finora ma pranzi semplici.

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