L’utilizzo dei Big Data sarà il cuore della riforma della scuola promessa dal Ministro del Governo Draghi, Vittorio Colao. Ecco di che cosa si tratta
La pandemia da coronavirus covid-19 ha generato nel biennio 2020-2022 una serie infinita di difficoltà collaterali rispetto al dramma dei milioni di contagi e delle migliaia di persone decedute. Effetti collaterali che hanno investito tutti i principali settori della vita socio-economica dell’Italia.
La crisi economica in atto ne è una della riprove più immediate. Un dato certifica a pieno la difficoltà, il fatto che la ripresa del Prodotto Interno Lordo nel 2021, e nei primi tre mesi del 2022, non copre per intero i danni subiti da tutti i settori produttivi.
Per non tacere dei danni subiti a livello sociale, danni non immediatemante quantificabili e misurabili in termini matematici, ma che “promettono” da allungare i propri effetti per un lungo arco temporale. Uno dei principali riguarda la Scuola ed il massiccio ricorso alla Didattica a Distanza.
Un fattore che però alcuni, a partire da un Ministro del Governo guidato da Mario Draghi, il titolare del dicastero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, sta cercando di virare in un fattore positivo ed in opportunità. Ecco di cosa si tratta
Il ricorso massiccio dalla Didattica a distanza, negli anni scolastici 2019-2020, 2020-2021 e 2021-2022, ha generato una massa di dati, veri e propri Big Data possiamo definirli, senza timore di smentita, per quantità, varietà e valore, in grado di indicare una pista chiara su come intervenire per la scuola del futuro.
Una sfida che WeSchool, Fondazione Cariplo e Politecnico di Milano, proprio su spinta di Vittorio Colao, hanno deciso di raccogliere creando un programma di ricerca che ha lo scopo di progettare i piani didattici dal 2025 al 2030.
Partiamo dai numeri del progetto. Sono stati analizzati i dati 1.730.000 utenti iscritti alla piattaforma WeSchool, un campione significativi che ha proiettato tre necessità impellenti.
La prima, sostanziale, è quello della misurazione certa degli interventi didattici. La seconda, non meno importante, le necessità di allargare al massimo numero possibile di istituto scolastici della connettività a banda larghissima. Vittorio Colao nella conferenza stampa di presentazione del progetto ha anticipato che per i prossimi sei anni è garantita in 10.000 scuole. La terza decisiva, usare la digitalizzazione e le pratiche migliori emerse dalla DAD, per fare della digitalizzazione una opportunità di apprendimento e solo un fattore per gestire le emergenze.