Un’università chiede all’Agenzia delle Entrate di fare maggiore chiarezza sulla detassazione dei rimborsi dei tamponi. Andiamo a scoprire nel dettaglio qual è stata la sua risposta e come funziona in caso di dichiarazione dei redditi precompilata.
L’Agenzia delle Entrate fa chiarezza sull’interpellanza n. 160 del 30 marzo 2022 riguardante la tassazione IRPEF sui rimborsi dei dipendenti dei tamponi Covid.
In particolare, ha fatto luce su come applicare la detassazione del rimborso dei tamponi e su quale dovesse essere il comportamento in caso di 730 precompilato.
Una questione nata dopo che i dipendenti di un’università hanno dovuto effettuare un tampone molecolare antigenico rapido oppure molecolare.
Dopo essersi sottoposti al tampone, hanno interpellato l’Agenzia delle Entrare per sapere meglio in cosa consisteva l’applicazione del “Protocollo per lo svolgimento dei concorsi pubblici”.
In particolare, è stato chiesto all’Agenzia come poter stabilire se il prezzo dei tamponi è detraibile oppure meno. Soprattutto nel caso del 730 precompilato, poi, in queste fatture oppure sugli scontrini deve essere regolarmente segnalato anche il codice fiscale di chi fa richiesta della
detassazione dei tamponi.
L’Agenzia delle Entrare ha fatto sapere innanzitutto che i “costi sostenuti nell’esclusivo interesse del datore di lavoro devono essere individuati sulla base di elementi oggettivi, documentalmente accertabili”.
In secondo luogo, ha precisato che le spese obbligate da parte del datore di lavoro possono essere considerate come reddito imponibile ai fini fiscali.
Queste spese, poi, sono esenti da IRPEF se vengono effettuate in ragione dell’attività che il dipendente svolge per il proprio datore di lavoro.
Nel caso di dichiarazione dei redditi precompilata, non si dovrà fare altro che andare a modificare il campo relativo alle spese mediche, riducendolo dell’importo suddetto (se è stato ricevuto già il rimborso delle spese).
Ci riferiamo soprattutto a coloro che possono trasmettere il modello 730 con tutta una serie di dati precaricati, tra cui quelli relativi al Sistema Tessera Sanitaria.
A queste informazioni si aggiungono anche i dati della Certificazione Unica, banche dati immobiliari, Anagrafe tributaria e dichiarazione dei redditi dell’anno prima.
Insomma sembra proprio che sia stata fatta luce sulla detassazione dei rimborsi dei tamponi.