Metallica contro Napster, il processo che ha cambiato la musica online

Metallica contro Napster, il processo ha segnato una tappa importante che ha cambiato le abitudini degli utenti

Metallica Napster
Foto social

Chi è nato negli anni 2000 non ricorda com’è il mondo della musica fino a circa vent’anni. Ascoltare i brani preferiti non era facile come oggi e proprio allo svoltare di secolo c’era ancora chi aspettava le anteprime trasmesse in radio del nuovo album del cantante preferito.

Oggi, 13 aprile, è l’anniversario di un evento che ha segnato il modo di ascoltare musica online. In questo giorno del 2000 è iniziato il processo dei Metallica contro Napster. La band di heavy metal, nata a Los Angeles nel 1981, aveva mosso i propri legali contro la rivoluzionaria Napster, ossia il servizio che meno di un anno prima aveva segnato un solco importante permettendo agli utenti di ascoltare la musica gratuitamente scambiandosi i file.

Metallica contro Napster, chi evve la meglio in tribunale

Metallica Napster
Fasi del processo dei Metallica contro Napster (foto social)

Napster non era il primo sistema in assoluto che consentiva di fare qualcosa del genere, ma era il più comdo e prese il sopravvento, ma soprattutto era illegale e si mise contro l’intera, grande e potente industria musicale.

Allora si cominciò a parlare di internet che stava uccidendo la musica, perché anche se prima si registravano i brani trasmessi dalla radio sulle musicassette, non c’era la diffusione che diede il web e così sugli album venduti (che cominciarono ad essere sempre di meno), c’era scritto che registrare in casa uccideva la musica (“home taping is killing music”).

L’associazione dei discografi portò Napster in tribunale ma la grande risonanza mediatica ci fu quando lo fecero i Metallica e successe qualcosa che non riuscirono a prevedere. La band era noto, paradossalmente, proprio grazie alla musica diffusa clandestinamente perché passavano poco in radio. Gli stessi fan della band si rivoltarono ai loro beniamini, ma alla fine il gruppo ebbe ragione.

Al processo chiesero un risarcimento di 10 milioni di dollari e riuscirono a dimostrare che 335 mila 435 utenti di Napster avevano scaricato le loro canzoni in modo illegale. Si sottrae lavoro a chi lavoro intorno agli album; non si permettette di vivere con la creatività: queste le accuse lanciate alla pirateria. Anche chi scaricava musica condivideva ciò, da di fronte a prezzi troppo alti, preferiva la strsda più facile, anch se illegale e immorale.

I giudici diedero ragione alla band e a Napster fu ordinato di rimuovere tutte le canzoni dei Metallica con un copyright. Poco dopo il servizio fallì.  Napster fallirà. Anni dopo l’iPod di Apple e iTunes hanno dimostrato che gli utenti sono disposti a pagare la musica online, se il prezzo non è esagerato.

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