La federMobilità ha fornito alcuni consigli per risparmiare carburante con un conseguente abbattimento dei costi.
Fino a qualche settimana fa il costo del carburante aveva raggiunto prezzi proibitivi superando i 2 euro per litro. Una circostanza che aveva condotto numerosi italiani a posteggiare i propri veicoli ed optare per soluzioni alternative.
Ma se questo poteva andare bene per i privati, non di certo poteva essere un’ipotesi per gli autotrasportatori o comunque da chi con i veicoli ci lavora. L’intervento del Governo è stato, quindi, provvidenziale. Eppure, al di là delle soluzioni dall’alto, ognuno può porre in essere alcuni comportamenti per ulteriormente abbattere i costi.
A fornire ottimi suggerimenti su come risparmiare carburante è intervenuta la federMobilità, associazione di categoria senza scopo di lucro. Il primo sarebbe quello di ridurre la velocità in autostrada da 130 a 110 km/h. Una variazione che sembrerebbe ininfluente ma che in realtà, stime alla mano, porterebbe ad un risparmio sul consumo pari al 15-20%.
La nota associazione, riporta l’Ansa, avrebbe altresì lanciato un messaggio di sensibilizzazione ai cittadini ed alle Istituzioni invitandoli a porre in essere dei comportamenti che supportino la mobilità sostenibile. Tra questi uno stile di guida in grado di supportare quella transizione da tempo anelata per salvare il Pianeta.
Tutto ciò attendendo che scelte più concrete e determinanti giungano dall’alto, come ad esempio la riduzione al minimo dei combustibili fossili, l’implementazione delle fonti rinnovabili (tra cui si annovera l’idrogeno). Misure che unite al giusto grado di responsabilità potrebbero seriamente ridurre in modo significativo le emissioni di gas serra.
Proprio sul punto la federMobilità ha voluto citare anche il nodo caldo delle emissioni al livello industriale. Con l’impiego di prodotti riciclati e la riduzione dei rifiuti si tratterebbe di un risultato ampiamente ottenibile. Attualmente si starebbe lavorando alla produzione di materie prime fondamentali come l’acciaio impiegando sistemi a zero emissioni. Un grande passo avanti, considerato che l’indotto è il responsabile della produzione di un quarto dei gas serra. La neutralità a cui tanto si aspira è obbiettivo arduo da raggiungere, tuttavia con questi nuovi sistemi si potrà davvero toccare con mano il cambiamento.