Rendite finanziarie, all’orizzonte novità che stanno creato non pochi malumori all’interno della maggioranza di governo
Ogni qual volta si prova a modificare le tasse sui redditi di capitale, note più come “rendite finanziarie“, in Italia la discussione di fa accesa con una parte della politica che fa subito un’alzata di scudi in difesa degli alti profitti.
Per come sono articolate oggi le rendite finanziarie, vengono premiati i titoli di Stato con l’aliquota del 12,5% che arriva fino al 26% per plusvalenze degli investimenti. Questo punto rientra infatti in uno dei correttivi alla delega fiscale riformulati dal Mef. Potrebbero essere sottoposti al giudizio della commissione Finanze della Camera, salvo nuove rotture e diverse visioni all’interno della maggioranza di governo.
Sul Ddl delega fiscale in Commissione c’è particolare apprensione da parte del centrodestra e dunque anche da un’area del governo. La Lega guarda con attenzione al mantenimento dell’imposta attuale per le cedolari esistenti che ha chiesto nella riunione di maggioranza dello scorso 5 aprile così come che siano vincolanti i parei delle commissioni sui decreti attuativi. Nella maggioranza c’è l’emendamento del Mef sulla tassazione delle rendite finanziarie che gode del sostegno del Partito Democratico e di Italia Viva.
Proposte che si aggiungono a quella dello scivolo di due anni per chi esce dalla flat tax della Partite Iva forfettarie, il cashback delle detrazioni fiscali con priorità alle spese socio-sanitarie e la clausola per escludere ogni possibile aumento delle tasse.
C’è l’ipotesi di due aliquote transitorie sulle rendite finanziarie. Per quanto riguarda il sistema di imposizione personale sui redditi si prevede evoluzione l’entrata del sistema verso un modello compiutamente duale che si ottiene applicando della stessa aliquota proporzionale di tassazione ai redditi derivanti dall’impiego del capitale, in via transitoria.
Su questo punto nella maggioranza sono nati dei contrasti animati particolarmente da Lega e Forza Italia che hanno delle riserve su quanto trapelato sull’ammontare delle aliquote che saranno poi messe nero su bianco nei decreti attuativi.
Potrebbero essere del 15% per i redditi frutto dall’impiego di capitale e più alti per quelli immobiliari, al 26%. Ciò che proccupada di più è che il sistema della imposizione duale si potrebbe significare la fine delle tasse cosiddette piatte come ad esempio la cedolare secca sugli affitti. Ricordiamo che attualmente i redditi da capitale, dovuti da interessi e dividendi sono tassati per cassa al lordo delle spese e sono sottoposti all’aliquota sostitutiva del 26%..