Sarebbero numerosi i Comuni che non avrebbero pubblicato la rendicontazione inerente il corretto impiego delle somme incassate a titolo di multe stradali.
Gli introiti dei Comuni provengono principalmente da imposte e tasse versate da privati cittadini ed Imprese. I bilanci, nella parte dedicata alle entrate, si dividono in diverse sezioni. Tra queste, la più importante è quella “Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa” dove si rinviene la voce “Imposte, tasse e proventi assimilati”, in sintesi quella più corposa provenendo da esse la maggior parte del sostentamento dell’Ente locale.
Eppure, c’è un’altra parte di risorse altrettanto importante che proverebbe da multe e sanzioni. Una tipologia di entrate che può influire considerevolmente sui bilanci. In merito, ad esse è emerso un dato alquanto singolare. Oltre il 20% dei Comuni italiani non avrebbero pubblicato la rendicontazione inerente il corretto impiego delle somme incassate a tale titolo.
Sarebbe il 20% dei comuni italiani a non aver pubblicato la rendicontazione inerente il corretto impiego delle somme incassate a titolo di multe stradali. Questo, riporta l’Ansa, quanto emerso da un rapporto stilato dal Mims alla Commissione Trasporti di Montecitorio.
A non aver ottemperato all’obbligo – per una cifra che si aggirerebbe sui 3 miliardi di euro– ben 15 amministrazioni a livello provinciale, 3 città metropolitane e ben 317 unioni di comuni. Nello specifico sarebbero ben 1.556 i Comuni a non aver presentato alcunché.
Una “dimenticanza” che il Mims ha sottolineato potrebbe costare cara agli inadempienti considerato che in tali casi “la percentuale dei proventi spettanti è ridotta del 90 per cento per ciascun anno“.
La legge sul punto è chiara. Gli enti locali entro il 31 maggio di ogni anno devono consegnare un resoconto su quelle che sono state le somme incassate a titolo di sanzione, ivi comprese quelle derivanti da multe con autovelox. In forza del principio di trasparenza tali dati devono essere pubblicati sul proprio sito istituzionale entro un mese dal momento della consegna. Ma questa previsione normativa pare essere stata grandemente sottovalutata dai Comuni, considerato che quasi il 20% di essi la avrebbe ampiamente ignorata.