Si tratta della riforma delle imposte locali: può comportare una riduzione dello stipendio da 40 euro fino a 1200 euro in meno. Vediamo quali categorie sono più a rischio.
Lo stipendio di alcune categorie di lavoratori potrebbe subire un taglio fino a 1200 euro l’anno (nel peggiore dei casi) a causa della riforma sulle imposte locali.
Questa riforma delle buste paga interessa addizionali regionali e comunali, cioè le imposte applicate sul reddito imponibile ai fini Irpef calcolate in base alla fascia di reddito del contribuente, esattamente come le aliquote Irpef nazionali.
La legge ha previsto un passaggio alla sovrimposta, un’aliquota locale applicata al gettito del tributo erariale: alcune realtà dovranno aumentare le aliquote al fine di assicurarsi lo stesso gettito.
Questo comporta, per molti contribuenti, un taglio allo stipendio netto.
Passaggio alle sovrimposte: taglio dello stipendio fino a 1200 euro con la riforma delle imposte locali
Entrando più nei dettagli per fare chiarezza, in sostituzione delle attuali addizionali, il Governo ha introdotto delle sovrimposte regionali o comunali all’Irpef.
Una sovrimposta è una tassa locale che si applica al gettito del tributo erariale. Invece, le addizionali sono delle tasse locali applicate alla base imponibile erariale.
Tra i principali cambiamenti che avverranno con questo passaggio, ci sarà l’impossibilità di fissare delle soglie di esenzione o aliquote differenziate per determinate fasce di reddito.
Solo il Governo potrà avere l’ultima voce in capitolo ed eventualmente cambiare i limiti stabiliti a livello nazionale.
Con l’obiettivo di tutelare le realtà locali stabilendo una parità di gettito, c’è la conseguenza che questa risulti più elevata rispetto all’aliquota precedente, nel caso delle realtà con redditi più alti.
Parlando di numeri, la sovrimposta basica conta il 3,1% per i comuni e il 7,5% per le regioni. Questo garantirà un gettito uguale a livello nazionale, ma non per tutte le realtà locali le imposte equivarranno a quelle attuali.
Al fine di tutelare chi sarà penalizzato dalla nuova riforma, verrà attuato uno spazio di manovra: ci sarà un’aliquota di equilibrio che darà tempo alle realtà più in difficoltà di adattarsi. All’inizio gli verrà garantito lo stesso gettito previsto con le addizionali ma comunque dovranno prevedere un’aliquota più vicina possibile al limite massimo fissato.
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Ancora, non finisce qui: con riferimento agli stipendi, la situazione è più grave di quanto si immagini.
I redditi più alti avranno un prezzo da pagare non indifferente a causa di questa nuova riforma. Chi supera i 55mila euro subirà maggiormente la sovrimposta.
Infatti, sotto i 30mila euro di reddito, lo stipendio potrà essere tagliato di massimo 40 euro l’anno. Questa fascia interessa tra il 20 e il 30% dei contribuenti; tra i 40 e i 50mila euro di reddito, c’è un esborso che può’ arrivare ai 200 euro l’anno; tra i 55mila e i 75mila, si può arrivare ad un taglio sullo stipendio di 400 euro annui; oltre i 75mila euro, la penalizzazione può contare anche 1200 euro annui.
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Il luogo fa naturalmente la differenza: si tratta di imposte locali. Il colpo verrà accusato tanto dalle realtà più povere quanto da quelle più ricche. Quest’ultime potranno decidere di attuale un’aliquota di equilibro che si avvicinerà il più possibile al massimo previsto, così da vedersi anche alzato il proprio gettito.