Inflazione in salita: le conseguenze sui tassi dei mutui

Con l’aumento dell’inflazione potrebbero salire anche i tassi variabili dei mutui seguendo la scia di quelli fissi: cosa sta accadendo e perché.

Inflazione aumento tassi mutui
(Pixabay)

Brutte notizie per quanto riguarda i mutui. Nelle ultime settimane, continuano a salire i tassi di quelli fissi, un trend che a breve – secondo le stime- coinvolgerà anche quelli variabili. E ciò a causa dell’inflazione. Per non parlare, poi, dell’incertezza economica causata dal conflitto russo-ucraino che nel breve periodo potrebbe determinare un nuovo quadro di instabilità rendendo possibili nuove determinazioni dei prezzi.

Mutui a tasso variabili, stesse sorti di quelli a tasso fisso: cosa sta accadendo

Inflazione aumento tassi mutui
(M. H. – Pixabay)

In questo momento, ad essere maggiormente influenzati dal quadro economico, sono i mutui a tasso fisso i quali peraltro rappresentano lo strumento più utilizzato dagli italiani.

Stando a quanto riportano i colleghi della redazione di Proiezioni di Borsa, il valore Eurirs negli ultimi mesi sarebbe aumentato del doppio schizzando dallo 0,58% (dato rilevato il 4 febbraio) all’1,12% del 5 aprile per i mutui trentennali e dallo 0,72% all’1,33% per i ventennali.

Più contenuto, invece, l’aumento dell’Euribor a tre mesi con riferimento ai mutui a tasso variabile che purtroppo continua a rendere valori in negativo nonostante lo scostamento degli ultimi due mesi da 0,57 a 0,47%.

Che ciò sarebbe accaduto a causa della pandemia era cosa certa, ma la guerra in Ucraina non era in conto. E adesso i mercati patiscono l’incertezza del futuro e con esso la sempre più lontana speranza che si possa tornare ai passati valori minimi.

Gli Euribor a 3 mesi, riferisce Proiezioni di Borsa, mostrano un trend positivo alla fine dell’anno. Sul punto è intervenuta Christine Lagarde, Presidente della Bce: “La politica monetaria dovrà preoccuparsi dell’impennata inflazionistica rimandando le azioni di sostegno alle politiche fiscali”. Parole che altro non fanno che confermare i timori poc’anzi palesati.

L’aumento degli indici, inoltre, potrebbero portare all’attuazione di politiche molto meno flessibili sugli spread che dal loro conto contribuiscono ad aumentare la domanda sui mutui a tasso fisso. E ciò nonostante risultino essere – a confronto con il 2021- i prodotti più costosi. Eppure vengono preferiti a quelli a tasso variabile che si attestano a 80 punti base in meno. Ma questi sono imprescindibilmente legati all’inflazione e a tutte le scelte che la Banca Centrale Europea deciderà di assumere.

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