Ci sono altre due destinazioni alternative che riguardano il Bonus Carburante 2022 e gli aventi diritto possono apprendere qui i dettagli.
Bonus Carburante 2022, la misura annunciata all’interno del Decreto Energia ter a metà marzo può essere applicata in maniera alternativa. Si tratta di un provvedimento riservato a determinate aziende e che mette a disposizione una cifra da 200 euro da impiegare per fare rifornimento di benzina o diesel.
Il Bonus Carburante 2022 viene erogato dalle aziende che risulteranno compatibili con tale sostegno e ha lo scopo di porre un freno al caro prezzi che riguarda i carburanti stessi, arrivati ad un certo punto a costare circa 2,4 euro al litro a prescindere dalla loro tipologia.
Una ulteriore misura consiste nel taglio delle accise, istituito per tutto il mese di aprile 2022 e prolungato di qualche giorno ora, fino al 2 maggio. In questo modo tanti italiani potranno sfruttare la cosa per le loro gite fuori porta nel giorno festivo del 1° maggio.
Bonus Carburante 2022, a chi spetta
La novità che riguarda il Bonus Carburante 2022 è inerente la possibilità, per le aziende attive nell’ambito della pesca e della agricoltura, di potere cedere il credito di imposta per comprare gasolio e benzina. Il tutto mediante le apposite fatture per dimostrare la piena legittimità della cosa.
Difatti si tratta di un credito che ammonta al 20% della spesa affrontata, con IVA al netto, e che deve essere avvenuta da gennaio a marzo del 2022. E poi il Bonus Carburante risulta anche cedibile ad altri. Il credito in questione non è da considerarsi come imponibile IRAP.
Inoltre c’è la piena cumulabilità con altri provvedimenti di aiuto in fatto di attenuazione della spesa per il carburante. Ma solo a condizione che il beneficio che se ne ricava sia superiore alla spesa affrontata.
Come cedere il Bonus Carburante
Il Bonus Carburante 2022 può essere speso sia per pagare le tasse, inserendo la cosa in apposito modello F24 e fino al 31 dicembre 2022, e può essere impiegato sia come compensazione cedibile parziale, come fosse un vero e proprio credito di imposta. In questo caso i soggetti di riferimento sono banche ed altri soggetti finanziari.
Per fare ciò, ricordiamo che la cosa non può riguardare l’interno bonus, come indicato dall’aggettivo “parziale”, e richiede per forza di cose il visto di conformità di spesa. Le cessioni massime consentite sono due e rivolte esclusivamente a soggetti inclusi nella lista dei soggetti riconosciuti da Bankitalia.