Il grande successo del Superbonus 110 è testimoniato dal fatto che, da più parti, se ne chiede a gran voce la proroga. Ecco come stanno davvero le cose
Il Superbonus 110% è una delle misure più apprezzate, in assoluto, tra quelle adottate dallo Stato italiano per incentivare la ripresa economica durante la pandemia da coronavirus covid-19.
Il Superbonus 110% è, nello specifico, un incentivo introdotto nel maggio del 2020 nel cosiddetto Decreto Rilancio ed ha come obiettivo quello di rendere più efficienti a livello energetico e più sicure a livello sismico le abitazioni in Italia.
L’incentivo è basato sulla possibilità di effetture lavori a costo zero per tutti i cittadini che ne fanno richiesta. Lavori che, ovviamente, devono essere svolti da professionisti, certificati e realizzati nella misura di una determinata percentuale entro una certa data.
Il superbonus è stato molto apprezzato e la riprova arriva dal fatto che, da più parti, se ne chiede, ed a gran voce, la proroga. E per la prima volta dagli ambienti interni al Governo guidato da Mario Draghi arriva una netta apertura a questa possibilità.
Partiamo dai dati attuali. Il Decreto in corso prevede per le case unifamiliari una scadenza per l’erogazione del bonus al 31 dicembre del 2022. Tutto questo a patto che entro il 30 giugno dell’anno in corso sia stato realizzato almeno il 30% dei lavori previsti.
Nel caso in cui si tratti di condomini o case almeno quadrifamiliari la scadenza slitta al 31 dicembre 2023 ma entro il 30 giugno, sempre del 2023, deve essere stato realizzato il 70% dei lavori indicati.
I lavori previsti nel Decreto Rilancio, poi adattati con le verie versioni del Decreto Sostegno, riguardano essenzialmente i lavori strutturali, quelli trainanti, quelli relativi all’isolamento termico e quelli per la sostituzione, completa, degli impianti di riscaldamento, fornitura di acqua calda sanitaria e climatizzazione. Oltre, ovviamentie, a tutti quelli per ridurre il rischio sismico.
Come detto dal Governo Draghi arriva una netta apertura alla proroga delle scadenze al 2023. Ed è una apertura molto netta perché arriva direttamente dal Sottosegretario al Mef, il Ministero dell’Economia e Finanze Federico Freni.
L’esponente del Governo Draghi ha risposto ad una specifica interrogazione sul teme. Nel suo discorso parlamentare Freni ha spiegato che: “Il Governo sta valutando di prorogare il termine del 30 giugno”.
Il motivo è legato all’esigenza di venire incontro agli addetti al settore penalizzati dall’aumento dei prezzi dei materiali; aumento che di fatto ha rallentato molte lavorazioni rendendo impossibile il rispetto delle scadenze.