Messaggio dall’Agenzia delle Entrate: molti si chiedono se possono fidarsi o è un tentativo di raggiro. Di cosa si tratta
Chi per lavoro come gli autonomi e i professionisti o chi perché riceve pensioni e bonus, sono milioni di italiani che hanno a che fare con enti come Agenzia delle Entrate e Inps almeno una volta al mese e non solo quando c’è da fare la dichirazione dei redditi una volta all’anno.
Chi rientra tra queste persone di tanto in tanto riceve messaggi e comunicazioni ed è anche messo in guardia perché non è escluso che possa trattarsi di qualche truffa. In questi giorni in tanti stanno ricevendo un messaggio dall’Agenzia delle Entrate (alla Pec o in assenza all’indirizzo di posta ordinaria) e si stanno chiedendo di cosa si tratta.
Sono in molti che prima di aprire l’email hanno anche contattata la stessa agenzia che in una comunicazione del 25 marzo ha dato le spiegazioni.
Sono raccomandate indirizzate ai titolari di Partita Iva, precisamente sono lettere di compliance. Sono documenti dove si segnalano anomalie che l’Agenzia ha riscontrato nella dichirazione dei redditi. In particolare riguardano omissioni o infedeltà rispetto ai dati che l’istituto ha già in possesso.
Chiariamo inoltre che eventualmente non si possono fare delle costestazioni e impugnare in automatico il documento. Ciò può avvenire solo durante la fase in cui il procedimento è in via di accertamento.
La compliance non è infatti un avviso di accertamento: in questo modo l’Agenzia delle Entrate avvisa il contribuente dell’esistenza di un incongruenza e così lui stesso potrà effettuare le modifiche da fare.
Quando l’istituto effettua i controlli lo fa sulla base di alcuni dati già in suo possesso. Sono tre in particolare che incrociandoli, verifica la correttezza o meno. Controlla quali sono i dati comunicati dallo stesso contribuente, quelli comunicati dai clienti soggetti passivi di Iva e dati fiscali delle fatture elettroniche che i soggetti inviano tra loro.
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In questo caso i controlli e le discrepanze trovate riguardano i contenuti delle dichirazioni dei redditi del 2019. Tramite ravvedimento operoso è possibile mettersi di nuovo in regola. Il messaggi lo si può trovare anche nela cassetto fiscale sul sito dell’Agenzia.