Dichiarazione dei Redditi con omissioni: come regolarizzarsi

Dichiarazione dei Redditi con omissioni, l’Agenzia delle Entrate sta scrivendo a milioni di contribuenti: facciamo chiarezza

Dichiarazione dei Redditi
Dichiarazione dei Redditi (foto Ansa)

L’Agenzia delle Entrate tende la mano ai contribuenti possesori di Partita Iva. Con un provvedimento del 25 marzo scorso a firma del direttore dell’ente Ernesto Maria Ruffini, sono state definite le modalità, anche in via telematica, di come si può regolarizzare la posizione del contribuente se sono state evidenziate delle discordanze tra i dati in possesso dell’Agenzia e quanto dichiarato nel 2019 relativamente al 2018.

Tutte le informazioni anche a disposizione della Guardia di Finanza. Il fine non è voler subito punire ma, al contrario, dare modo all’autonomo o professionista di sistemare da sé le discordanze riscontrate come le omissioni parziali o totali emerse dalla fatture inviate all’Agenzia.

Come si può rimettere tutto a posto? Tramite il ravvedimento operoso quindi con delle sanzioni scontate. La comunicazione dell’Agenzia mette anche al corrente il contribuente di come può informare l’ente di elementi e fatti di cui l’istituto non era a conoscenza e che quindi possano “giustificare” la discordanza emersa che ha fatto scattare la segnalazione dell’Agenzia.

Il contribuente riceve il messaggio tramite la Pec o l’indirizzo di residenza. Nel caso il tutto è anche visibile nel Cassetto Fiscale consultabile nel sito dell’Agenzia dopo aver effettuato l’accesso al proprio profilo nella sezione Fatture e Corrispettivi.

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Dichiarazione dei Redditi con omissioni, come ci avvisa l’Agenzia

Foto Ansa

Ma qual è il contenuto della lettera inviata dall’Agenzia delle Entrate? Oltre ai dati personali del contribuente come il codice fiscale, la denominazone dell’attività, c’è il numero identificativo della comunicazione e anno d’imposta, il codice atto e il totale delle operazioni imponibili comunicate dai clienti soggetti passivi Iva più le operazioni che sono state effettuate nei confronti di consumatori e che lo stesso contribuente aveva comunicato. C’è poi il totale delle fatture elettroniche più gli elementi per fa luce sull’anomalia riscontrata.

Il titolare di Partita Iva soggetto a questo tipo di verifica, infatti, anche tramite l’intermediario – il proprio fiscalista – può informare l’Agenzia di fatti ed elementi che possono spiegare perché sono emerse le anomalie.

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Quindi apportando autometicamente delle modifiche e informando l’Agenzia di elementi che non conosceva, prima dell’inizio di un accertamento vero e proprio, il contribuente può sistemare la propria posizione nei confronti del Fisco.

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