Tasse. La Guardia di finanza di Eboli (provincia di Salerno) ha condannato una donna a pagare le tasse in seguito al suo coinvolgimento in un’operazione antidroga. La cifra che deve allo Stato è sostanziosa
I sostenitori della legalizzazione delle droghe leggere adducono a sostegno delle loro idee delle valide motivazioni. Tra queste una diminuzione della spesa sanitaria poichè non verrebbero aggiunti additivi nocivi nella loro produzione (con il conseguente controllo della filiera) e, soprattutto, significherebbe un duro colpo alla criminalità organizzata e un conseguente aumento delle entrate fiscali.
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Un mercato legale di queste sostanze farebbe diminuire (o forse scomparire) quello illegale. Dipenderebbe dal tipo di tassazione che, eventualmente, verrebbe applicata; più sono alte le tasse, più il mercato illegale parallelo continuerebbe a sussistere. É innegabile, però, che significherebbe un’entrata ulteriore e sostanziosa per lo Stato.
Devono aver ragionato molto su questo argomento gli esponenti della Guardia di Finanza di Eboli (provincia di Salerno) che hanno preso una decisione tanto inconsueta quanto innovativa.
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Una donna napoletana di 55 anni, arrestata nel 2020 dai Carabinieri nel corso di una maxi operazione antidroga che ha coinvolto altre trenta persone, faceva parte di un gruppo di narcotrafficanti salernitani che si occupava essenzialmente di vendita di cocaina.
Secondo i risultati delle indagini, la malvivente avrebbe venduto un totale di circa 2,7 chilogrammi di sostanza illecita, con un incasso stratosferico di oltre 200mila euro.
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Mettendolo al pari di una comune occupazione, è stata condannata dalla Guardia di Finanza a pagare le tasse sui proventi del suo “lavoro”. Calcolata la cifra di oltre 40mila euro che dovrà fare arrivare nelle casse dello Stato: incredibile.
É decisamente un fatto curioso dato che si tratta di guadagni ottenuti con operazioni illecite.