La necessità di andare in pensione a volte può farla anticipare anche di molto. Vediamo quali sono i casi in questione.
La pensione è uno stato di quiete al quale molti lavoratori aspirano. Infatti è il coronamento di tanti anni passati in servizio e durante i quali si sono versati i contributi necessari a godere poi di uno stato di riposo dall’attività lavorativa.
Proprio in questi giorni si sta parlando di alcune riforme che saranno apportate ai criteri necessari per andare in pensione. I lavoratori infatti si sono rapportati per qualche anno alla ormai nota Quota 100, diventata poi Quota 102 e che ora sembra voglia diventare ancora più alta Quota 103.
Eppure, come sempre accade, ci sono delle eccezioni che possono permettere, ad alcune categorie di lavoratori, di andare in pensione con un largo anticipo. Proprio per queste eccezioni si era iniziato a parlare già da tempo delle baby pensioni.
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Attualmente si può andare in pensione solo se si raggiunge una veneranda età e si si hanno versato un certo numero di anni di contributi. Prima la somma di questi doveva raggiungere la quota 100, ora sembra che debba raggiungere la quota 102 e quini non si può andare in pensione se non si hanno almeno 64 anni di età e 38 anni di contributi.
Un’eternità, specie per coloro che ancora oggi non riescono a trovare un lavoro. Ma la situazione cambia se la Commissione medica dell’INPS accerta nel lavoratore un certo stato di disabilità. Inizialmente si cerca di far ottenere al lavoratore mansioni più alla sua portata senza andare a modificare lo stipendio, ma nel caso questo non risulti possibile allora si può chiedere la pensione anticipata.
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Senza limiti di età, quindi, si può andare in pensione con 14 anni 11 mesi e 16 giorni di contributi. Un sogno per chi da anni è alla ricerca di un lavoro che gli permetta non solo di vivere ma di arrivare all’età pensionistica. Oltre a questa esiste anche la pensione di inabilità assoluta, ovvero l’impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa. Per casi gravi si prevede la richiesta di soli 5 anni di contributi versati, di cui 3 devono essere versati negli ultimi 5 anni di carriera.