Tra banca e cliente ci sono delle regole ben precise da rispettare ed entrambi devono essere molto trasparenti: cosa dice la legge
Quando si parla di rapporti tra la banca e il cliente si pensa subito a un relazione di subalternità di chi deposita i soldi nei confronti dell’istituto bancario.
Non solo perché esso ha in mano il “potere economico” della persona che ha aperto un conto e può stabilire alcune regole, ma soprattutto perché, innegabilmente, per una serie di cose è la banca che ha maggiore forza nel rapporto. Il cliente deve rispettare delle regole ben precise ma ciò non toglie che anche la banca deve comportarsi in un certo modo come stabilisce la legge.
Siccome il mondo della finanza e dell’economia non è alla portata di tutti e il più delle volte non è ben chiaro di cosa parliamo (in quanti possono dire che sanno benissimo come funziona una banca?), gli istituti sono chiamati innanzitutto ad essere trasparenti verso i clienti.
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La trasparenza non deve essere univoca poiché anche il cliente deve attenersi. Del rapporto tra le due parti ne ha parlato anche la Corte di Cassazione nel provvedimento 8576 del 2022 come riporta proiezionidiborsa.it dove ha spiegato che il cliente che non rispetta la legge può ricevere una multa fino a 1.032 euro e anche una condannata alla reclusione fino a 3 anni.
Si può prendere ad esempio un assegno che com’è noto non è altro che un titolo di credito che può anche essere trasferito ad altre persone, pagabile a vista in banca e può essere saldato entro un certo numero di giorni.
Ma cosa succede se una persona svuota il proprio conto prima del pagamento e dell’emissione dell’assegno? Può trattarsi di una truffa come prevede l’articolo 640 del codice penale perché in questo caso emettendo l’assegno e quasi contemporaneamente ritarando i soldi dal conto, si vuole evitare il pagamento. È quindi un tentativo di raggiro.
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Ovviamente prima di stabilire se si tratta di malefede vanno fatti degli accertamenti. Se ad esempio si riesce a dimostrare che il conto è stato svuotato per una causa maggiore e impellente, come il pagamento – ad esempio – di un intervento chirurgico – può non profilarsi il reato di truffa.