Le quote pensionistiche continuano a crescere mentre il lavoro diminuisce, da Quota 100, a 102 e adesso anche Quota 103. Cosa ci si deve aspettare.
Sembra siano in arrivo altre novità sul fronte pensioni. Sembra che non sia possibile avere una convenzione stabile per il periodo pensionistico e si debba quindi sempre controllare le riforme in merito che escono ad ogni cambiamento governativo.
Si sono susseguite negli ultimi anni le varie quote che permettevano di accedere alla pensione a seconda degli anni dell’età e dei contributi versati. Si cerca di agevolare la pensione o si cerca di ritardarla il più possibile con conseguente ulteriore crisi lavorativa specie per chi è in cerca di lavoro.
Infatti i pensionamenti servono a liberare posti di lavoro che altro potrebbero ricoprire, ma perché questo sistema funzioni tutti gli ingranaggi devono girare nel modo migliore. Arriva adesso una nuova quota che si posiziona tra la Quota 100 e la Quota 102, è la Quota 103.
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Cosa prevede la Quota 103
In molti ricorderanno la Quota 100 che ha aiutato ad andare in pensione molti lavoratori. Questa è durata per qualche anno e poi è finita lo scorso 31 dicembre. Secondo tale misura il pensionamento poteva avvenire per coloro che avevano maturato 38 anni di contributi e 62 anni di età.
La Quota 102 ha aumentato, non solo matematicamente, l’età pensionistica. Infatti sono rimasti a 38 gli anni relativi ai contributi ma si aumenta a 64 anni l’età del lavoratore. Questo è quello che accadrà per l’anno 2022 ma già si sa che presto muterà ancora con la nuova Quota 103.
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I numeri continuano a salire e questa volta non solo per gli anni relativi all’età del lavoratore. Infatti dagli anni richiesti dalla Quota 100, che erano 62, si sale a 63 anni di età. Aumentano però anche gli anni di contributi che non devono più essere 38, come è stato finora, ma dovranno essere 40.
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Una prospettiva che spaventa sempre di più considerando che per avere 40 anni di contributi al raggiungimento dell’età pensionistica se presuppone che si abbia iniziato a lavorare almeno a 25 anni di età. In un’epoca in cui il lavoro manca anche per chi ha già alle spalle anni di esperienza è difficile concepire possibile un inizio di età lavorativa tanto giovane.