In merito alle pensioni 2022 entrano in scena i nuovi importi, come conseguenza del restringimento delle fasce di reddito previste.
Pensioni 2022, l’inserimento di quelli che sono gli effetti della riforma IRPEF porteranno a dei cambiamenti importanti sugli importi di chi ha maturato il diritto a ricevere l’assegno mensile dall’INPS.
Da marzo in avanti ci saranno dei nuovi importi, maggiorati proprio per via dell’introduzione dei nuovi scaglioni in base al reddito (passati da cinque a quattro, n.d.r.) e per i conguagli aggiuntivi che riguardano i pagamenti non effettuati e posticipati di gennaio e febbraio. Le pensioni 2022 risulteranno perciò più robuste.
La decisione di elevare non solo le pensioni 2022 ma anche le altre forme di assegni previdenziali è legata al carovita, come diretta conseguenza dell’aumento dell’inflazione. Allo scopo di non fare calare in maniera eccessiva il potere di spesa dei cittadini, si è reso necessario maggiorare i versamenti che l’INPS versa agli italiani.
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Si farà riferimento, da ora in poi, al principio della peerequazione. Cosa che per l’appunto contribuirà a portare nelle tasche dei pensionati più soldi.
Per fare un esempio, c’è l’imposizione fiscale al 23% per redditi lordi che non superano i 15mila euro. Da qui ai 28mila euro si sale al 28%, poi tra 28mila euro e 50mila euro di redditi scatta l’aliquota al 35% e dai 50mila in avanti al 43%.
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In soldoni (e soldi, n.d.r.) le pensioni 2022 fino a 15mila euro all’anno non avranno però alcun vantaggio. Quelle fino a 30mila otterranno un risparmio in IRPEF di 300 euro e quelle fino a 40mila di 600.
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Andando al di sopra dei 50mila euro invece arriveremo a 900 euro. Infine una pensione di più di 70mila euro all’anno comporterà un rientro di 370 euro circa. C’è da dire che questa ripartizione non era piaciuta a molti in quanto non comporta vantaggi significativi per quelli che sono gli assegni mensili che riguardano le fasce più basse.