Nessun aumento salariale per i dipendenti statali che sarebbero dovuti scattare già del mese di marzo. L’attesa sarà ancora lunga
Il governo sta rinnovando il contratto per i dipendenti delle funzioni centrali, scuola, sanità ed enti locali.
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Si prevedevano aumenti per gli statali che avrebbero dovuto rimpinguare le loro buste paga già del corrente mese di marzo. Così non è stato. Il nuovo accordo siglato il 5 gennaio tra i sindacati e l’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, è ancora bloccato dal ministero dell’Economia. Il motivo? Bisogna portare avanti dovuti e specifici controlli. La mancata erogazione degli aumenti, infatti, non avrebbe a che fare con problemi di risorse finanziarie ma sarebbero state richieste delle correzioni.
Aumenti salariali degli statali, parliamo di cifre: a quanto ammontano
Per ottenere gli aumenti tanto sperati gli statali dovranno attendere ancora due lunghi mesi, se ne parlerà per maggio 2022. Si attende il benestare in primis del ministero dell’Economia. Tuttavia, non finisce qui. Il testo passerà al vaglio della Corte dei Conti. L’iter si concluderà con la firma definitiva in Consiglio dei ministri.
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Parliamo di cifre: quanto troveranno in più in busta paga? Il nuovo contratto, secondo Il Messaggero, prevede un aumento che va da un minimo di 63 euro lordi fino a un massimo di 117 euro lordi al mese.
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In lista anche un ulteriore rimborso ( gli arretrati) che oscilla tra un minimo di 970 a un massimo di 1.800 euro, in base al ruolo ricoperto e alle mansioni svolte del dipendente statale. Anche i lavoratori che hanno lasciato la propria occupazione tra il 2019 e il 2021 ne avranno diritto.
Gli operatori sanitari andranno incontro a un rinnovo con parallelo aumento medio di circa 200 euro lordi al mese.
