Gas dalla Russia, il ministro Cingolani nell’informatica al Parlamento riporta i numeri e le differenze con il 2021
La guerra ha acceso i riflettori sulla questione degli approvvigionamenti energetici dell’Italia. Il gas russo è diventato un tema quotidiano e molti temono che la principale reazione di Putin alle sanzioni imposte dai paesi europei possa essere proprio chiudere i rubinetti.
Uno scenario lontano perché significherebbe per la Russia perdere i principali clienti. L‘Italia importa da Mosca il 43% del proprio fabbosogno e il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, nell’informativa in Aula al Senato sul caro carburante e in generale sugli altissimi costi dell’energia, ha detto che paghiamo un miliardo di euro al giorno. Ha anche specificato che non c’è ritorsione al momento e che, anzi, il flusso di gas “è il più alto registrato in tempi recenti”.
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Gas dalla Russia e benzina: quanto costa di più e come vuole intervenire il governo
Le importazioni hanno un aumento sia in valore assoluto che in percentuale di consumi che sono aumentati rispetto a 10 anni fa. Si è passati dai 20 miliardi di metri cubi del 2011 (il 25% dei consumi) ai 29 miliardi di metri cubi dello scorso anno, il 38% dei consumi.
La Russia non è l’unico paese dal quale l’Italia si rifornisce ma il 95% del gas naturale che consumiamo arriva da Mosca.
Qualche giorno fa aveva rilasciato dichiarazioni che hanno fatto discutere. Il ministro, nel corso di un’intervista con Sky Tg24, aveva detto che l’aumento dei prezzi dei carburanti è irragionevole, non escludendo che può trattarsi di truffa.
Sul caro benzina ha detto che un anno fa la materia costa 5 volte di più. Oggi per stoccare 10 miliardi di metri cubi di gas servono 15 miliardi di euro mentre dodici mesi fa costava meno di 30 centesimi al mentro cubo e sarebbe serviti quindi 3 miliardi di euro.
Sono in tanti a chiedere l’intervento del governo per far fronte all’emergenza perché gli aumenti del carburante sono diventati insostenibili.
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Sul questo versate, ha detto Cingolani, l’esecutivo sta valutando l’ipotesi si applicare un’accisa mobile. C’è anche una dimunizione della disponibilità del diesel, ha affermato, mentre per la benzina non si registrano problemi in tale senso.