Guerra Russia-Ucraina, novità economiche in arrivo: la decisione dell’Unione Europa, cosa sta succedendo?
La guerra in Ucraina continua e le esplosioni sembrano non fermarsi, le città vengono bombardate e il numero dei morti sale giorno dopo giorno. E’ una corsa contro il tempo, molti cittadini fuggono dalle macerie e vengono accolti nei paesi europei.
Dal canto suo, l’Unione Europea ha preso una decisione per limitare l’avanzata della Russia, il piano è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale con le varie sanzione operative. Si tratta, nello specifico, di vietare l’export per auto di lusso sopra i cinquantamila euro, moto oltre i cinquemila e beni di abbigliamento e gioielleria sopra i 300 euro.
Guerra in Ucraina, stop all’importazione in Europa
La misura adottata prevede anche lo stop all’importazione per prodotti in ferro e acciaio, nuovi oligarchi sanzionati, tra cui anche il patron del Chelsea Roman Abramovich che vedrà i beni congelati e il divieto di ingresso nell’Ue. Poi ancora, non potranno essere esportate le tecnologie e i servizi legati al settore energetico, fa eccezione il nucleare e il trasporto di gas e petrolio.
Inoltre, la Wto può sospendere alla Russia la clausola della nazione più favorita e alla Bielorussia l’esame della candidatura ad entrare nell’organizzazione.
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La riposta della Russia non ha tardato ad arrivare: Mosca ha annunciato il blocco delle esportazioni di zucchero bianco e grezzo fino al 31 agosto e di grano, segale, orzo e mais fino al 30 giugno.
Il Paese autorizzerà solo l’esportazione di grano con singole licenze. Il Ministero dell’Agricoltura russo ha annunciato all’agenzia di stampa russa Interfax che il divieto potrebbe scattare già dal 15 marzo.
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L’obiettivo da parte dell’Unione Europea è quello di convincere il Presidente Vladimir Putin ad interrompere la guerra che, però, attualmente viene finanziata anche con i proventi della vendita di gas e petrolio ai Paesi europei.
“Vogliamo la massima pressione su Putin. Vogliamo isolare la Russia politicamente, finanziariamente ed economicamente. Siamo aperti a un ulteriore inasprimento delle sanzioni – ha affermato il ministro delle finanze tedesco Christian Lindnder – ma nello stesso tempo dobbiamo discutere insieme come possiamo ridurre l’impatto economico negativo”.