Truffa all’Inps da parte di un giornalista di una testata nazionale che con un amico ha tentato di aggirare l’istituto di previdenza
I giovani giornalisti sanno che forse mai vedranno la pensione. Chi invece oggi ha alle spalle almeno trent’anni di attività con tanto di regolare contratto di assunzione e lauto compenso, raggiungerà l’obiettivo.
Ma nonostante le condizioni favorevoli qualcuno ha tentato comunque la truffa per riscattare la laurea e andare anticipatamente in pensione.
La notizia della truffa, riportata da Il Giorno, riguarda R.G., 64 anni, assunto con contratto dal lontano 1986. Da allora ha sempre versato i contributi all’Inpgi, la cassa previdenziale dei giornaisti, e oggi ha uno stipendio cin ben 3.300 euro al mese senza contare benefit, straordinari e scatti di anzianità.
Per andare in pensione prima ha pensato di riscattare la laurea e com’è noto costa un bel po’, più di 5.000 euro per ogni anno di studi. Facendo i calcoli il giornalista avrebbe dovuto sborsare all’Inps ben 211.139, 73 euro e ha così deciso di prendere un’altra strada, illecita.
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Ha contattato un vecchio amico d’infanzia che nulla c’entra con il giornalismo poiché titolare di un’azienda che si occupa di verde e giardinaggio. I due si sono accordati e il giornalista è stato assunto in regime Inps solo per due settimane e con la paga minima di 734 euro al mese, lordi.
Quindi giorni che corrispondono al tempo minimo – spiega – Il Giorno – per poter ottenere il riscatto della laurea a una cifra molto più bassa passando dagli oltre 211mila euro a 28.239,23 euro, circa un decimo del costo Inpgi.
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Vista l’esperienza nel mondo della comunicazione il suo incarico è stato fare interviste in grosse catene di giardinaggio per testare i gusti dei clienti. Un piano perfetto, o quasi. Quando all’Inps è arrivata la richiesta qualcosa suonava strano. L’ente ha così provveduto ad avviare le opportune indagini e ha scritto un’attenta relazione alla Procura della Repubblica di Milano che ha fatto scattare la denuncia.