Tariffe telefoniche che vengono modificate in modo unilaterale dall’operatore senza chiedere il consenso dell’utente: come fare
Molte volte capita che siamo insoddisfatti del nostro piano tariffario perché troppo costosto o per insufficienza di giga. Lo smartphone non è solo uno strumento per restare in contatto con amici e parenti ma anche indispensabile per lavoro, in modo particolare per chi passa la maggior parte dell’orario del proprio impiego davanti a un pc da remoto.
Il più delle volte contattiamo l’operatore per una modifica del piano tariffario, anche senza successo, obbligandoci a chiudere i contratti e cambiare operatore. Ma succede anche che veniamo informati a cose fatte da un call center che ci contatta per dirci che l’abbonamento mensile è diverso e che magari dobbiamo pagare di più.
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Chiariamo innanzitutto che i cambi di tariffa unilaterali non sono irregolari se non avvengono in un certo modo. L’operatore li può adottare, ma con delle regole. Deve avvisare tutti gli utenti coinvolti, con un SMS ad esempio, informandoli sui contenuti e farlo con una certa tempistica in modo che ognuno possa decidere se accettere o meno, anche se ciò possa significare cambiare gestore.
Ciò non significa che l’operatore può modificare il piano tariffario sempre a proprio piacimento. Se il contratto non prevede modifiche, se vale l’offerta del famoso “per sempre” come dicono nelle pubblicità, la modifica non può essere fatta.
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Se l’utente, messo a corrente delle novità, non accetta perché non ritiene la nuova offerta per lui vantaggiosa, può procedere con il recesso ma nulla deve essere a suo carico. Dalla decorrenza delle variazioni contrattuali, il gestore di telefonia mobile dovrà dare un tempo per decidere su cosa fare che sia almeno di 30 giorni.