Assegno Unico, “No discriminazione cittadini extracomunitari”: la sentenza

Assegno Unico, “No discriminazione cittadini extracomunitari”: cosa sostiene la Corte Costituzionale sull’aiuto economico

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Corte Costituzionale (foto Ansa)

I cittadini di Stati che non fanno parte dell’Unione Europea che siano soggiornanti di lungo periodo o titolari di permesso unico di lavoro, non devono ricevere un trattamento diverso dai cittadini italiani per l’accesso all’assegno familiare, anche nel caso di alcuni congiunti che risiedono temporaneamente nel paese di origine.

È la pronuncia della Consulta nelle motivazioni della sentenza numero 67 che dichiara inammissibili le questioni sollevate dalla Cassazione, L’assegno di carattere providenziale ma anche di sostengo per situazione di disagio, deve trattare modo uguale i destinatari e deve essere garantita dai giudici chiamati ad applicare il diritto europeo.

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Assegno Unico, la Consulta: “Le direttive sono chiare”

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La Cassazione aveva promosso sue rinvii pregiudiziali. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, ha specificato la Consulta nella nota, aveva stabilito che non era compatibile la disciplina italiana relativa all’assegno assegno con due direttive europee: la 2003/109 sui soggiornanti di lungo periodo e la 2011/98 sul rilascio di permesso unico di lavoro.

E l’obbligo “di non differenziare il trattamento dei cittadini di Paesi terzi” che sono regolari nel nostro paese, continua ancora la consulta, è imposta dalle direttive chiare, precise e incondizionate.

La Corte costituzionale ha osservato che la procedura pregiudiziale non ha rappresentato solo un raccordo fra i giudici nazionali e la Corte di Lussemburgo utile a superare alcune eventuali mancanze di sicurezze interpretative ma assicura e rafforza il primato del diritto dell’Unione e i giudici sono chiamati a far valere il diritto comunitario su quello nazionale.

Beneficiano dell’assegno unico tutti i nuclei familiari indipendentemente dalla condizione lavorativa dei genitori, quindi che siano disoccupati, non occupati, lavoratori dipendenti, autonomi, pensionati o percettori del Reddito di Cittadinanza.

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Anche chi ha Isee più alto lo può ricevere pur se nelle misura minima. Infatti si può fare domanda anche senza allegarlo e scatta automaticamente l’indennità più basse prevista dalla legge. Più alto è l’Isee e maggiore è il beneficio. Si chiama unico perché va a sostituire grand parte dei bonus familiari previsti in precedenza.

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