Sciopero autotrasportatori a causa del caro benzina che sta colpedo durante il settore per il transito delle merci
La situazione sta diventando insostenibile in Italia. Il caro carburante sta mettendo a durissima prova famiglie e imprese e ora si rischia di paralizzare il paese con gli autotrasportatori che hanno intenzione di incrociare le braccia.
Non conviene alle società che operano nel settore continuare a lavorora nel trasporto su gomma poiché sono troppo alti i costi con la benzina che è arrivata alle stelle. Attraverso un comunicato l’Unatras, Unione Nazionale Delle Associazioni Dell’Autotrasporto Merci, ha annunciato lo sciopero per il 19 marzo ma già lunedì 14 alcuni mezzi pesanti non accenderanno i motori.
Anche Trasportounito ha infatti dichiarato sciopero per lunedì 14 marzo in una lettera inviata alla presidenza del Consiglio e che ha avuto come destinatati anche ministr e viceministri delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.
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Nella lettera è spiegato che lo sciopero è un’esigenza per tutelare i lavoratori e le stesse imprese del settore perché sono ormai troppo alti i prezzi del carburante.
La situazione di rincari era chiara già negli ultimi mesi del 2021. Anche tra gennaio e febbraio 2022 ogni giorni abbiamo assistito all’aumento dei prezzi al distributore ma poi il 24 febbraio, con l’attacco della Russia all’Ucraina, le cose sono peggiorate.
C’era prima il timore che la benzina raggiungesse i 2 euro a litro ora, invece, è superata ampiamente in alcune città. L’aumento è dato anche dai numeri ufficiali che ogni martedì il Ministero della Transizione ecologica pubblica sul proprio sito e che mostrano la differenza con la settimana precedente.
Al momento c’è l’annuncio della sciopero con la data di inizio ma non di fine. I manifestanti infatti hanno intenzione di andare avanti fin quando il governo non interverrà per far calare il prezzo del carburante.
Se il servizio dell’autotrasporto di blocca è serio il rischio che i supermercati possano restare con gli scaffali vuoti. Il primo timore c’è stato in Sardegna con supermercati che sono stati presi d’assalto.
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A pesare sul settore non è solo il prezzo del carburante ma l’aumento di tutto. Costa di più ovviamente anche la manutenzione del mezzo e tutto ciò che riguarda il lavoro. Uno degli interventi – se non l’unico – che può attuare il governo contro l’aumento è tagliare le accise che con l’Iva sono oltre il 50% del costo che abbiamo quando facciamo rifornimento.