Il prezzo del petrolio cala e la benzina al contrario sale. A quanto paghiamo al distributore non è legato solo la produzione di un barile
È un tema sulla bocca di tutti e i social sono pieni di foto di distributori di benzina che testimoniano i pesantissimi rincari. Tra diesel e benzina quasi non c’è più differenza e il timore dei 2 euro al litro del verde è stato ormai superato perché il prezzo è anche più alto in alcune città.
La guerra, si dice, ed è così. Il conflitto ha portato all’aumento di tutte le materie prime e non a caso anche la pasta costa di più visto che l’Italia importa il grado dall’Ucraina.
La principale importazione energetica è il petrolio e il gas russo: il nostro paese è dunque vincolato (e dipendente) dall’aggressore. Ma l’aumento dell’inflazione era già visibili prima del 24 febbraio, ossia precedentemente all’attacco della Russia all’Ucraina.
Già sapevamo che si sarebbero stati rincari di luce e gas e prima dell’inizio della guerra erano già arrivate bollette esagerate. Ma è notizia di mercoledì che il prezzo di un barile di petrolio è calato, anche se giovedì mattina è risultato già in rialzo, senza comunque raggiungere i prezzi di inizio settimana. Il prezzo della benzina però non cala, anzi: perché?
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Caro benzina: come si possono risparmiare 10 euro con un pieno
È noto che quando facciamo benzina paghiamo il prezzo del carburante (con tutta la produzione, raffinazione, distribuzione), il guadagno del gestore e accise e Iva. La minor parte va in modo paradossale a chi ci rifornisce materialmente, il benzinaio. La stragrade maggioranza sono accise e Iva, quindi tasse dello Stato.
Per tale motivi se il petrolio cala non è direttamente proporzionale il prezzo della benzina. È ovvio che qualcuno specula sulla produzione perché anche con le tasse il costo (non principale) per produrre e distribuire cala, ma alla fine tutto ricade sulle spalle del consumatore finale.
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE >>> Risparmiare benzina mentre si guida, alcuni semplici consigli
Secondo i dati riportati sul sito del Ministero della Transizione ecologica che settimanalmente aggiorna i prezzi medi,la rivelazione del 7 marzo riporta che la benzina in media costa 1 euro e 953,14 di cui 728,40 accise e 352,21 di Iva. Il netto è di 872,53. Un aumento di ben il 84,28% rispetto al 28 febbraio.