Il prezzo dei carburanti in continuo aumento. Da cosa dipende tutto questo e come sarebbe possibile arginare il problema.
La crisi economica che tutti siamo costretti ad affrontare è iniziata con un’incredibile impennata delle bollette relative soprattutto alla fornitura di energia elettrica. Ma quella era soltanto una prima avvisaglia perché ora il prezzo dei carburanti sta per piegare l’Italia.
Le cause di un tale effetto sono diverse, ma principalmente il conflitto in Ucraina ha avuto, tra le varie conseguenze drastiche, l’aumento del prezzo del petrolio. Di conseguenza se maggiore è il prezzo del petrolio, e quindi della materia prima, salirà anche il prezzo dei carburanti resi disponibili ai cittadini.
La questione dei prezzi di mercato, e quindi delle spese che si rifletteranno su tutti quanti, non è un aspetto della vita quotidiana facile da comprendere e da gestire, vista la moltitudine di altre questioni che entrano in ballo. Ma è comunque possibile cercare di fare un po’ di chiarezza sulla situazione.
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L’aumento dei carburanti, cause e soluzioni
Il prezzo dei carburanti che i cittadini si trovano a dover pagare è il risultato dell’interazione di vari prezzi. Rientrano in questo il prezzo netto del combustibile, nel quale sono compresi i costi di logistica e trasporto nonché il guadagno per i fornitori, e le tasse.
In Italia, ad esempio, il prezzo della benzina è composto da quattro parti principali che sono le tasse, o le accise, l’IVA, il costo della materia prima e un margine lordo che si riferisce ai ricavi lordi della filiera. Per quanto riguarda i carburanti viene applicata, al litro, l’IVA del 22%.
Di conseguenza una possibile misura di contenimento dei prezzi potrebbe essere quella, appena suggerita alla commissione Attività produttive della Camera, di rivedere l’IVA sui carburanti. Un inizio proposto potrebbe essere quello di contenere almeno l’IVA aggiunta con gli aumenti in continua crescita.
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In questo caso si potrebbe andare a risparmiare circa 10 centesimi al litro. Si tratta certamente di una possibilità che potrebbe almeno essere presa in considerazione visto che gli aumenti dell’IVA sono già maggiori di 7 centesimi rispetto solo a qualche mese fa.