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Fisco e Tasse

Congedo matrimoniale, tutto quello che devono sapere i neosposi

Pubblicato da
Marco Sparta

Il congedo matrimoniale è un periodo di riposo che spetta ai neo sposi: ma quanti sono i giorni richiedibili? E soprattutto, sono retribuiti?

(olcay ertem – Pixabay)

Ai neo sposi spetta il cosiddetto congedo matrimoniale, un periodo di riposo che segue l’evento delle nozze. Entrambi i componenti della coppia potranno, quindi, non recarsi al lavoro continuando comunque a percepire la loro retribuzione. Quest’ultima sarà in questo caso corrisposta direttamente dall’Inps. È bene precisare, però, che non equivarrà al 100% della retribuzione.

A quanto ammonta? Quanti giorni spettano di congedo?

Congedo matrimoniale, tutto quello che c’è da sapere

(Pexels – Pixabay)

In caso di matrimonio, ai neo sposi lavoratori spetterà il cosiddetto congedo matrimoniale. Un periodo durante il quale potranno astenersi dall’attività lavorativa continuando comunque a percepire il proprio stipendio.

Ma su tale ultima circostanza è bene fare chiarezza. In questi casi è l’Inps a corrispondere quanto dovuto, ma la sua erogazione non andrà a coprire il 100% della retribuzione. A compensare la parte “mancante”, secondo i Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro, sarà il datore di lavoro.

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Comprendere l’ammontare del congedo richiede effettuare delle specifiche. L’Istituto previdenziale emette un assegno di importo pari a 7 giorni di lavoro. Tuttavia dal calcolo giornaliero si detrae la percentuale a carico del lavoratore che corrisponde al 5,54%. A queste somme dovranno essere affiancate poi quelle di spettanza del datore di lavoro che andrà a compensare il restante.

Ciò precisato, bisogna sottolineare un’altra importante informazione. Il congedo non spetta a tutti i lavoratori. Ad essere escluse ad esempio colf e badanti. Inclusi invece, dipendenti pubblici e statali, artigiani, dirigenti.

Possono usufruirne anche i disoccupati, a condizione che dimostrino che nei 90 giorni antecedenti le nozze abbiano lavorato per almeno 15 giorni.

Altro importante aspetto è quello che riguarda i limiti temporali entro cui chiedere il congedo. La legge stabilisce che tale periodo debba essere fruito nei 30 giorni successivi al matrimonio, tuttavia pronunce giurisprudenziali avrebbero smontato tale limitazione.

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Ma quanto dura il congedo? Il periodo di riposo è fissato in 15 giorni che devono essere fruiti continuativamente. La richiesta deve essere presentata dal lavoratore almeno 6 giorni prima della data fissata per l’inizio della fruizione. Una volta rientrato a lavoro, il soggetto entro 60 giorni dovrà poi fornire una copia dell’estratto di matrimonio.

Marco Sparta

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Marco Sparta