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Povertà assoluta, l’analisi Istat sulle famiglie italiane: dati non rincuoranti

Pubblicato da
Marco Sparta

Nel 2021, secondo un’analisi dell’Istat, sarebbero milioni le famiglie in povertà assoluta, ma il dato è in lieve calo rispetto al precedente anno.

(Pixabay)

La pandemia da Covid-19, diffusasi in tutto il mondo ormai da oltre due anni, ha avuto effetti devastanti non solo a livello sanitario, ma anche economico. Persone che hanno perso il lavoro, imprese con cali di fatturato significativi ed attività chiuse. Circostanze che hanno danneggiato ovviamente anche le famiglie italiane. Spiragli positivi arrivano, però, dall’ultimo rapporto dell’Istat che evidenzia come i nuclei familiari in povertà lo scorso anno erano in il calo rispetto al 2020. Nonostante, la decrescita del dato, però vi sarebbero ancora milioni di persone sotto la soglia di povertà assoluta.

Istat, l’analisi sulle famiglie italiane: il 7,5% in povertà assoluta nel 2021

(Alexander Fox | PlaNet Fox – Pixabay)

L’Istat (Istituto nazionale di statistica) ha pubblicato un nuovo rapporto che mette sotto la lente di ingrandimento la situazione economica delle famiglie italiane. Stando all’analisi, riportano i colleghi dell’Ansa, il numero dei nuclei familiari in povertà nel 2021 sono scesi dal 7,7% al 7,5% rispetto all’anno precedente. Un segnale positivo, seppur il lieve calo, che fa ben sperare. Nonostante ciò, il numero degli individui in povertà assoluta nel nostro Paese sarebbero ancora circa 5,6 milioni, ossia il 9,4% del numero complessivo ed esattamente come l’anno scorso.

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L’Istat, nella sua analisi, evidenzia inoltre che senza l’aumento dei prezzi, registratosi lo scorso anno, l’incidenza di povertà assoluta sarebbe stata pari al 7,0% a livello familiare e all’8,8% a livello individuale, dati leggermente più bassi rispetto all’anno precedente.

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Entrando nel dettaglio, come riporta l’Ansa, l’istituto ha fornito anche una mappa della situazione economica delle famiglie italiane. L’incidenza di povertà assoluta è rimasta sostanzialmente stabile tra quei nuclei familiari con persona di riferimento occupata: nel 2021 è stata pari al 7,0% contro il 7,3% del 2020. Per queste famiglie si evidenzia un miglioramento al Nord (da 7,9% a 6,9%), una certa stabilità nel Mezzogiorno (dal 7,6% all’8,2%).

Infine, è emersa la difficoltà per quei nuclei con persona di riferimento in cerca di occupazione, dato che passa dal 19,7% del 2020 al 22,6% dello scorso anno.

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Marco Sparta

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