Record storici per i prezzi delle materie prime e si assiste a una vera e propria corsa ai metalli. Le forniture scarse faranno impazzire l’economia.
Il conflitto tra Russia e Ucraina che tutto il mondo si trova costretto ad affrontare porta con sé molte ripercussioni in diversi settori. Infatti non si tratta solo di un conflitto bellico, la tragedia che si sta abbattendo sulle città e sui civili non è altro che la punta di un enorme iceberg.
Basti pensare infatti ai motivi che hanno generato il conflitto e alle trattative che sono in atto ora o che erano già state fatte in precedenza. I motivi che spingono a una distruzione della vita di persone innocenti sono quasi sempre di carattere politico, economico e quindi commerciale.
Ѐ a questo ultimo aspetto che facciamo ora riferimento. Perché oltre alle terribili conseguenze dello scontro per i Paesi coinvolti ve ne sono diverse che hanno spinto gli altri Paesi a interessarsi al conflitto. Dietro agli aspetti umanitari rivolti alla punta dell’iceberg vi è sempre un grande ammasso economico che sostiene tutta la struttura di ghiaccio.
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Già da tempo si erano avute alcune avvisaglie per quanto riguardava i prezzi dell’elettricità, dei carburanti e delle materie prime. Quando i prezzi del mercato mondiale impazziscono è sintomo di grosse conseguenze in arrivo e quella del 2022 è stata la guerra.
Le materie prime di cui tutti i Paesi hanno bisogno e delle quali c’è un continuo scambio commerciale sono i metalli. La Russia rappresenta il più grande produttore di nichel di alta qualità indirizzata all’industria automobilistica e i timori che le forniture possano interrompersi ha fatto impazzire i prezzi.
A causa dell’aumento di produzione dei veicoli elettrici si prevedeva che quest’anno la domanda avrebbe superato di gran lunga l’offerta. Attualmente i broker si adoperano a chiudere i conti e a salvare gli investimenti dei propri clienti mentre materie prime come il nichel sembrano salire alle stelle.
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Solo negli ultimi giorni l’aumento del nichel è stato registrato al 250% arrivando a circa 100.000 dollari la tonnellata. Si sta raggiungendo cifre storiche che preoccupano la produzione a livello mondiale dove le banche tagliano l’esposizione ad alcuni fornitori e i commercianti si allontanano dai porti di scambio.