Gli autotrasportatori italiani, attraverso un comunicato, hanno annunciato nuove proteste contro il caro carburante, dopo quelle delle scorse settimane.
Continua a salire il costo dei carburanti. Come indicato dal Mite, nell’ultima settimana, complice il conflitto in Ucraina, il prezzo di diesel e benzina è schizzato alle stelle. Una situazione che pesa sulle famiglie italiane, ma soprattutto sugli autotrasportatori, i quali hanno annunciato nuove manifestazioni dopo quelle delle scorse settimane. L’annuncio è arrivato nelle scorse ore attraverso un comunicato dell’Unatras (Unione Nazionale Delle Associazioni Dell’Autotrasporto Merci).
Autotrasportatori, il 19 marzo proteste contro il caro carburanti: “Situazione drammatica”
“Ai mancati segnali del Governo rispondiamo con manifestazioni in tutta Italia il 19 marzo”. Inizia così il comunicato diramato nelle scorse ore dall’Unatras per annunciare nuove proteste contro il caro carburante. Dopo i rincari degli scorsi mesi, l’inizio del conflitto in Ucraina ha provocato un aumento significativo in una sola settimana. Secondo il Mite la benzina dal 28 febbraio al 6 marzo è salita da 1,870 euro al litro a 1,953 euro (+8 centesimi), mentre il gasolio ha toccato quota 1,829 euro al litro con un rincaro identico a quello della benzina rispetto alla settimana precedente.
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L’Unione delle associazioni dell’autotrasporto ha poi spiegato che le varie imprese potrebbero già decidere autonomamente di fermarsi perché ritengono “più conveniente lasciare i propri mezzi sui piazzali piuttosto che continuare a viaggiare in queste condizioni”. Unatras ha definito “drammatica” aggiungendo che se il Governo non dovesse dare risposte concrete si assumerà la responsabilità di nuove manifestazioni e, soprattutto, di lasciare committenze senza rifornimenti. Secondo gli autotrasportatori, difatti, l’Esecutivo non avrebbe intrapreso azioni in merito, ad esclusione dello stanziamento di 80 milioni, cifra ritenuta non sufficiente per risolvere i problemi della categoria.
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In chiosa, l’Unatras ha avvertito che quelle del 19 marzo potrebbero essere solo il primo passo di una vertenza che, senza risposte ed azioni dell’Esecutivo, potrebbe “sfociare in ulteriori e più incisive iniziative“.
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