8 marzo, povertà e violenza: più colpite le donne

8 marzo, Festa della donna e tempo di bilanci per la situazione in Italia che fotografa ancora una volta una situazione spaventosa

8 marzo
Manifestazione 8 marzo (foto Ansa)

La festa, qualsiasi essa sia – della Repubblica, della liberazione dal nazifascismo il 25 aprile o appunto della donna – deve essere sempre occasione per fare un punto sul tempo della celebrazione. Quindi quanto è presente lo Stato per i cittadini e quanti diritti costituzionali vengono garantiti il 2 giugno e qual è la condizione della donna l’8 marzo.

Condizione della donna, un’esprezzione che in Italia ha avuto maggiore risonanza quando tra gli anni ’60 e ’70 i movimenti femministi scendevano in piazza per denunciare lo stato di subalternità verso l’uomo, padre e marito che fosse. Ma la situazione del genere femminile è un temo vecchio di almeno un secolo ma anche attuale visto gli svantaggi di oggi.

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8 marzo, chi sono le donne vittime di violenza

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Foto Ansa

Negli ultimi anni abbiamo purtroppo imparato un neologismo: femminicidio. A molte donne è un termine che non piace ma qualsiasi sia quello giusto da usare è il fenomeno che indica che fa paura e male. La violenza sulle donne non vede numeri in calo e nelle crisi che portano povertà ovunque sono sempre loro quelle che pagano un prezzo maggiore.

La pandemia da questo punto di vista ha complicato le cose. Con il lockdown forzato molte donne sono state costrette a vivere in casa con uomini violenti e tante sono state le denunce. Molte altre, purtroppo, restano nelle mura domestiche.

Secondo l’Istat la maggior parte delle donne vittime di violenze fisiche o sessuali sono separate o divorziate. La percentuale è del 51,4% contro il 31,5% della media italiana e colpisce maggiormente donne senza lavoro o che sono in una condizione di dipendenza dai propri partner violenti.

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Il Covid ha avuto un peso anche in termini di perdita occupazionale e gli ostacoli sono ancora tanti anche per chi non ha subito violenza: mancanza di asili nido, discriminazione sulla retribuzione giudizi sempre più pesanti per il modo di vestire.

Una condizione che contrasta con un clima di festa che per essere tale richiede un grande cambiamento di rotta a partire innanzitutto dagli uomini.

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