Dal 1 gennaio 2022 sono in vigore i nuovi scaglioni della Riforma dell’Irpef: un valore decisivo per il suo funzionamento deriva dalle tasse locali. Ecco quanto incidono
Il nuovo anno, oltre alla coda finale della pandemia ed allo scoppio della guerra tra Russia ed Ucraina, ha portato una novità di cui, fino ad oggi, si è parlato meno del dovuto: la riforma degli scaglioni Irpef.
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Dal 1 gennaio 2022, infatti, le tasse che gli italiani pagano al Fisco passano dai “tradizionali” cinque scaglioni ai nuovi quattro quattro. Ecco le differenze. Fino al 31 dicembre 2021 gli scaglioni erano il 23% per i redditi fino ai 15.000 euro lordi.
Si passava poi al 27% per i redditi lordi fino ad un limite di 28.000 per salire al 38% per i redditi fino ai 55.000 euro. Gli ultimi due scaglioni erano quello del 41% per i redditi tra i 55.001 ed i 75.000 euro ed il 43% per tutti i redditi superiori.
Dal gennaio 2022 le aliquote scendono a quattro e sono, sempre del 23%, fino ai redditi del valore di 15.000 euro. Ma con maggiori detrazioni. Del 25% per i redditi da 15.001 a 28.000 euro.
Del 35% per le fasce di reddito da 28.001 a 50.000, il grosso dei contribuenti, la cosiddetta classe media ed il 43% per i redditi superiori ai 50.000 euro. La riforma rigarda lavoratori dipendenti, pensionati e lavoratori autonomi.
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Gli effetti pratici ancora non sono evidenti, se non altro perché non è ancora pienamente in vigore l’altra grande riforma varata dal Governo Draghi, l’Assegno Unico e Universale per i figli a carico. Riforma che elimina l’Assegno Familiare classico, il “vecchio” ANF.
C’è però un altro aspetto di cui, non tutti, hanno tenuto il dovuto conto. Parliamo delle addizionali regionali e comunali che variano da territorio a territorio andando a modificare il calcolo totale.
Un esempio pratico arriva da quanto accade nel Comune di Castel San Pietro Terme centro di 21.000 abitanti nell’Area Metropolitana di Bologna. Nel centro dell’Emilia-Romagna, come riporta l’edizione online de Il Resto del Carlino, si prevedono aumenti tra i 20 ed i 70 euro a famiglia all’anno.
Tutto questo è frutto dell’approvazione del bilancio locale con le addizionali maggiorate. Un caso di scuola di quello che può accadere su tutto il territorio nazionale. Occhio pertanto alla busta paga ed alla voce addizionali locali.