Il conflitto in Ucraina starebbe incidendo non soltanto sul costo delle materie prime, ma anche sui tassi d’interesse dei mutui: perché?
La guerra in Ucraina sta determinando una serie di conseguenze a livello economico di cui ogni Paese sta pagando lo scotto. Il costo dell’energia continua a salire vertiginosamente, per non parlare di quello del carburante che sta toccando valori record. Non restano esenti i mutui i cui tassi di interesse, purtroppo, starebbero divenendo proibitivi. Ma perché? Anche il costo del denaro sta aumentando ed a spiegarne il motivo numerosi esperti.
Guerra Russia-Ucraina, tassi di interesse dei mutui in ascesa: la spiegazione
Anche il denaro ha un costo, e quando ogni singolo prodotto – che si tratti di carburante, cibo, energia- aumenta, il suo non resta esente da impennate.
Proprio quello che sta accadendo adesso a causa del conflitto russo-ucraino, il quale starebbe creando un alone di incertezza tale da rendere instabili anche gli istituti monetari. A patirne le conseguenze anche i tassi di interesse dei mutui.
A spiegare analiticamente il motivo è intervenuto, riporta Money.it, Antonio Tanza, presidente dell’Adusbef, associazione che cura gli interessi dei consumatori. “I prezzi salgono anche se le scorte ci sono” ha affermato perché a fare da padrona è sempre l’incertezza. Con l’aumento dell’inflazione inevitabilmente schizzano in alto anche i tassi di interesse. Una condizione che permarrà anche a conflitto finito. Un quadro disastroso, quindi, anche a lungo termine. Il Vecchio Continente è quello che pagherà il prezzo più alto.
A far da eco alle sue parole, Guido Bertolino, responsabile business development di MutuiSupermarket, il quale ha spiegato come dallo scorso Natale si è passati da un indice stabile da oltre 20 anni dello 0,3% all’oltre l‘1% secondo le rilevazioni effettuate alla fine di febbraio, per poi tornare a calare allo 0,86% dopo la notizia dell’inizio delle ostilità tra Russia ed Ucraina.
Ma i tassi, ha proseguito Bertolino, sono destinati ad aumentare di nuovo e si parla di un incremento di almeno 20/40 punti perché saranno calcolati in forza dell’andamento del costo del denaro di febbraio. Un quadro dettato principalmente dalla non consapevolezza sulla fine del conflitto.
Purtroppo, la guerra ingaggiata da Mosca, rallenterà quella che doveva essere la ripresa post-pandemia. Un percorso di ritorno alla normalità che proprio nel mese di febbraio stava iniziando a fare capolino in Europa. Purtroppo, però, proprio per una questione geografica – come anticipato in premessa- sarà il Vecchio Continente a pagare lo scotto più alto del conflitto considerata la sua vicinanza a Mosca. Per non parlare poi dell’approvvigionamento delle materie prime che numerosi Paesi – in primis l’Italia- effettuano dalla Russia.
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