Le conseguenze incredibili del conflitto in Ucraina. Le multinazionali chiudono in Russia. In prima linea il colosso svedese Ikea, specializzata nella vendita di mobili e complementi d’arredo a prezzi abbordabili
Le conseguenze delle scelte politiche e militari di Vladimir Putin messe in pratica nel conflitto in Ucraina iniziano ad avere peso sulla popolazione russa che sta subendo un boicottaggio dalle grandi multinazionali estere.
Ikea, il colosso svedese leader nella vendita di mobili, complementi d’arredo e oggettisitca per la casa a prezzi economici ha temporaneamente chiuso i suoi punti vendita (17 unità) e le fabbriche in Russia. A farne le spese sono circa 15mila lavoratori. Sospese anche tutte le importazioni e le esportazioni dal Paese e dal suo prossimo alleato, la Bielorussia. Ikea è presente suo suolo russo dal lontano 2000 e nell’ultimo anno finanziario ha realizzato vendite al dettaglio per 1,6 miliardi di euro.
Ikea è solo l’ultimo dei grandi brand internazionali ad aver detto addio alla Russia in seguito ai venti di guerra che spirano da circa una decina di giorni.
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Marks & Spencer, azienda britannica che si occupa di vendita al dettaglio, ha dichiarato di aver sospeso le spedizioni all’attività del suo franchise in Russia che consta in 48 negozi con 1.200 dipendenti.
Anche il gruppo Volkswagen ha annunciato di aver interrotto la produzione di veicoli in Russia fino a nuovo avviso. Stop deciso delle esportazioni con effetto immediato
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Stessa mossa intrapresa anche dalla società di prenotazione online Expedia: nessuna vendita di viaggi in entrata e in uscita dalla Russia, divenendo una delle prime compagnie di settore ad annunciare un tale forte atto.
La catena di abbigliamento H&M al momento possiede più di 150 negozi nel Paese: saranno tutti chiusi. Tuttavia, anche i punti vendita in Ucraina sono già stati temporaneamente chiusi per motivi legati alla sicurezza.
Stessa sorte anche per Apple, Meta, Nike, Mango, Ford, ecc. La Adidas ha sospeso la sua partnership con la Federcalcio russa. La Walt Disney Company, Sony e la Warner Bros hanno dichiarato di sospendere l’uscita delle loro ultime produzioni cinematografiche, mentre Netflix ha anche annunciato che non rilascerà contenuti di informazione, sport e intrattenimento provenienti dai media statali russi.