La famiglia di Isabella Noventa, la donna uccisa nel 2016 dal suo fidanzato insieme a due complici, ha lanciato uno sfogo contro l’Agenzia delle Entrate: il fratello si trova a dover pagare le tasse perché il corpo non è stato trovato. Manca la dichiarazione della morte.
“Manca la dichiarazione di morte presunta“. A questo si aggrappa l’Agenzia delle Entrate, chiedendo tasse alla famiglia di Isabella Noventa, uccisa dal fidanzato nel 2016. Il corpo della donna non è mai stato ritrovato, ed è proprio questo il motivo per cui il fratello si sta sfogando contro la richiesta del pagamento di denaro.
Isabella aveva trascorso la notte tra il 15 e il 16 febbraio con il fidanzato Freddy Sorgato. Avevano mangiato una pizza insieme: lui cercava di ricostruire una storia che invece Isabella non voleva più.
Fu proprio quella notta che sparì nel nulla. Per tutto il mese successivo, familiari e persino fidanzato la cercarono disperatamente, lanciando anche appelli a Chi l’ha visto.
La Squadra mobile di Padova scoprì cosa era accaduto: dietro le quinte della scomparsa di Isabella, c’era una combutta organizzata da Freddy Sorgato, sua sorella Debora Sorgato e l’ex amante di lui Manuela Cacco.
A quanto pare, la cinquantacinquenne impiegata si era ritrovata al centro di una trappola organizzata che ha previsto il suo omicidio per mano di Freddy e Debora e successivo occultamento di cadavere con l’aiuto della veneziana Manuela.
Queste vicende sono state confermate tra ben tre sentenze, l’ultima fu quella della Cassazione il 18 novembre 2020. La condanna per i due fratelli arriva a 30 anni, mentre la complice deve scontare una pena di 16 ani e 10 mesi.
Nonostante la ricostruzione degli eventi, però, non sono mai stati ritrovati tre elementi chiave dell’omicidio: il cadavere, il movente, e l’arma utilizzata.
Omicidio Isabella Noventa: se non c’è il cadavere, bisogna pagare le tasse
Isabella è morta a Padova, vittima di un omicidio già premeditato. Eppure, per la Legge, sembra essere un contribuente ancora in vita. A quanto pare, non vengono prese in considerazione le tre sentenze che ripercorrono l’uccisione dell’impiegata di 55 anni, causata dal suo compagno insieme a due complici: la sorella e l’amante.
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Paolo Noventa, il fratello di Isabella, lamenta quest’altro dolore che si va ad aggiungere ad un dolore già esistente. La famiglia Noventa si trova al centro di un evidente problema burocratico scaturito dal fatto che il corpo effettivamente non è mai stato trovato.
Il Mattino di Padova si esprime a riguardo con le parole “corpo soppresso”, vale a dire un cadavere nascosto o disperso.
Per l’Agenzia delle Entrate, però, finché non ci saranno prove tangibili della morte di Isabella Noventa, è come se lei fosse viva. Questo blocca le procedure legate all’eredità e comporta il pagamento regolare delle tasse.
Per risolvere la questione con il Fisco, la famiglia di Isabella dovrà farsi carico delle spese per pubblicare un estratto della domanda di morte presunta su un quotidiano regionale e su un altro nazionale, dando un tempo di 6 mesi a chiunque possa fornire notizie fondate su Isabella.
Alla scadenza del tempo, se non si avranno avute notizie, il tribunale potrà dichiarare la morte presunta.
Il fratello si lamenta riguardo questa situazione: oltre all’aver perso sua sorella in modo brutale, si trova costretto a pagare oltre 5mila euro per delle pubblicazioni che lo portino a non dover versare le tasse di Isabella all’Agenzia delle Entrate.