Mentre in Ucraina è in corso una guerra, in Italia continua a salire il prezzo del metano: qual è il filo conduttore tra i due fatti?
La situazione è drammatica: la guerra tra Russia e Ucraina continua con esplosioni e bombardamenti, il numero di vittime sale giorno dopo giorno e si temono le peggiori conseguenze.
Intanto, in Italia il Governo è attivo su più fronti: con gli altri paesi europei si sta cercando una soluzione affinché il conflitto finisca il prima possibile, inoltre si pensa ad un modo per contrastare il caro bollette.
Le aziende italiane cominciano a prendere provvedimenti visto che la situazione riguardo alle spese sta diventano sempre più difficile. Arriva la denuncia da parte di Gabriele Miccini, imprenditore della Giessegi di Appignano che sembra interpretare in modo diverso lo scoppio della guerra in Ucraina, facendo un collegamento con ciò che sta succedendo nel nostro Paese a livello economico.
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Secondo l’imprenditore la strada adottata dall’Unione europea per contrastare la guerra è estremamente pericolosa, visto che il Parlamento avrebbe dovuto e potuto bloccare l’avanzata della Russia prima dell’attacco già annunciato.
La conseguenza? Non solo una guerra geo-politica ma anche economica. “Sul versante energetico le conseguenze le stiamo già pagando care – ha spiegato Miccini – noi abbiamo dovuto spegnere i riscaldamenti in azienda per l’aumento spaventoso del metano”.
Poi ha aggiunto: “Ma la verità è che questo potrebbe essere solo l’inizio, perché il vero peso delle conseguenze economiche di questa guerra che noi non siamo stati in grado di impedire, e che anzi stiamo in qualche modo fomentando, le vedremo più in là”.
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Cosa succederà nei prossimi mesi non è ancora chiaro, ma le prospettive di conseguenze disarmanti sotto vari punto di vista non sono da escludere, dal momento che Putin continua la sua strategia e l’Europa cerca un modo diplomatico per un negoziato che tarda arrivare.