Il ministero della cultura ha stanziato 1.020 milioni di euro destinati ai piccoli borghi italiani per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Le modalita di erogazione di sovvenzioni suscitano polemica
1.020 milioni di euro è il totale dell’investimento stanziato dal Ministero della Cultura inquadrato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) a favore di piccoli borhi d’interesse storico che abbiano una popolazione residente fino a 5mila abitanti.
Le sovvenzioni saranno volte a riqualificazione gli spazi pubblici e sostenere il patrimonio storico-architettonico, incentivando iniziative imprenditoriali e commerciali che possano rappresentare una spinta occupazionale sul territorio. Le domande per potersi candidare sono partite dallo scorso 3 gennaio e saranno accettate fino al 10 marzo 2022.
Come si legge sul sito del Ministero della Cultura, l’investimento a favore dei borghi d’Italia prevederà due linee d’intervento:
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Inoltre, è previsto lo stanziamento di ulteriori 20 milioni di euro destinati all’intervento “Turismo delle radici” il cui intervento vede protagonista il Ministero degli Affari e della Cooperazione Internazionale.
L’iniziativa non è stata accolta di buon grado dai piccoli Comuni, Comunità montane e associazioni quali Legambiente, Touring Club e Unione delle Pro loco che, in concreto, sono le uniche ad essersi veramente spese recentemente per la riqualificazione dei piccoli borghi. Perché?
Non sono andati a genio i criteri avanzati dal Ministero della Cultura per assegnare cotanto fiume di denaro che, in parole povere, verrà ripartito tra pochi fortunati eletti che si ritroveranno ricchissimi, lasciando gli altri a bocca asciutta.
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Si richiede, infatti, alle Regioni e alle Province autonome di individuare nel proprio territorio un “borgo disabitato o caratterizzato da un avanzato processo di declino e abbandono” e ad esso arriverà un finanziamento di ben 20 milioni di euro. A volte si parla di Comuni talmente piccoli dove tutto questo denaro sarebbe uno spreco.