Ancora dubbi sull’assegno unico universale? Scopriamo insieme ulteriori dettagli sull’argomento.
L’assegno unico è uno degli argomenti più discussi degli ultimi tempi. Tante famiglie hanno fatto richiesta e a partire da Marzo 2022, in tanti si ritroveranno l’importo sul proprio conto corrente e non più in busta paga.
C’è chi, nonostante le varie informazioni che si trovano in interne, non ha ancora chiara la situazione e cerca ulteriori notizie al riguardo. In questo articolo vogliamo porre l’attenzione ai genitori divorziati. Cosa spetta loro?
Assegno unico, cosa spetta ai genitori divorziati
Secondo quanto viene riportato dalla legge, nel caso in cui i genitori risultino separati, l’importo inerente all’assegno unico verrà diviso al 50% tra madre e padre, solo se l’affidamento dei figli è condiviso.
Qualora esso risulti esclusivo dopo a separazione, allora l’assegno sarebbe erogato solo ad al genitore interessato. Dunque, la domanda dovrà essere presentata da uno dei due che esercitano la responsabilità genitoriale.
Un altro aspetto riguarda l’Isee. L’assegno unico potrà essere richiesto anche senza la dichiarazione, in tal caso le famiglie potranno usufruire dell’importo minimo.
Chi, invece, invierà la documentazione relativa al reddito potrà accedere alla propria fascia e quindi all’importo previsto per tale stato. Inoltre, è possibile presentare l’Isee anche dopo aver inviato la domanda priva di esso.
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L’importo massimo spetta esclusivamente ai nuclei familiari con Isee fino a 15.000,00€. Qualora si superi questa soglia l’assegno cala progressivamente, 50 centesimi ogni 100 euro fino ad arrivare alla cifra di 50,00€ con un Isee di 40.000,00€.
Chi possiede un Isee sopra i 40.000,00€ l’importo dell’assegno unico resta di 50,00€ mensili. La stessa cosa vale per tutti quelli che faranno richiesta senza fare la dichiarazione dei redditi.
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L’assegno unico va a sostituire varie misure per le famiglie con i figli, tra queste il premio alla nascita, Bonus mamma domani, bonus bebè, assegni familiari e detrazioni per i figli a carico al di sotto dei 21 anni. Invece, il bonus nido resta valido.