Reddito di cittadinanza aiuta ma non basta: il rapporto INAPP

Il Reddito di cittadinanza non riesce a far emergere i “working poor” dalla loro situazione di disagio, occorrono interventi secondo il rapporto INAPP.

Reddito di Cittadinanza rapporto INAPP
(Angelo Carconi – Ansa)

Il rapporto INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche) attraverso l’indagine Plus, parla chiaro sul Reddito di cittadinanza; aiuta quasi 2 milioni di famiglie che potrebbero arrivare in prospettiva a 3 milioni, su tutto il territorio nazionale, ma indica che quasi la metà sono “lavoratori poveri” vale a dire che il 46% dei beneficiari risultano svolgere occupazioni non adatte ad emergere dal disagio che li porta alla conseguente necessità di richiedere il RdC, come spiega Sebastiano Fadda, Presidente dell’INAPP. Tale percentuale fa da indicatore a ben altre implicazioni rispetto all’analisi dell’efficacia del Rdc.

Reddito di cittadinanza, la misura riduce il bisogno ma occorre una nuova visione

Reddito di Cittadinanza rapporto INAPP
(martaposemuckel – Pixabay)

Il campione di oltre 45mila individui dai 18 ai 74 anni evidenzia la trasversalità della problematica emersa nel rapporto che ha messo in luce il grande aiuto dato dalla misura alle famiglie e ai lavoratori, ma, allo stesso tempo, ha posto sotto i riflettori la sua inefficacia in termini di risoluzione del problema a monte che continua a persistere e a vanificare ogni possibilità di superamento degli ostacoli. Quando, difatti, il lavoro risulta essere ancora mal retribuito, di insufficiente qualità e con una predominante precarietà, poco può la pur valida misura del Reddito di cittadinanza nel ridurre le condizioni di bisogno in cui versano i percettori di oggi come quelli di domani.

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Fadda prosegue sottolineando ampiamente la necessità di focalizzare l’attenzione degli analisti sull’ottimizzazione del lavoro sia dal punto di vista retributivo, sia da quello qualitativo per implementare produttività e per ridurre la precarietà. Sembra scontato ma non lo è. Tutti gli indicatori invitano a modificare l’angolo di osservazione e di concentrare gli sforzi su tutte le componenti delle problematiche che ben si delineano all’interno dei risultati raccolti.

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L’osservazione del mercato del lavoro deve cambiare subito prospettiva ed avere una nuova visione, passando dal semplice dato numerico ad uno più ampio e sfaccettato. La strada è quella di migliorare la qualità lavorativa dei cosiddetti “working poors” per arrivare ad un ridimensionamento significativo del numero dei percettori della misura del Rdc, alla luce anche dell’ulteriore domanda potenziale che risulta essere composta dalla medesima percentuale di occupati con le stesse problematiche evidenziate dal rapporto INAPP, che rimarca che il Rdc aiuta ma non basta.

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