Pensioni con 42 anni di contributi ma si discute molto di riforma: cosa fare per andare in pensione con il sistema attuale
I lavoratori sono preoccupati per quanto sta succedendo attorno alla riforma delle pensioni. Un pensiero particolare di chi ha raggiunto i criteri per lasciare il lavoro o per chi è in procinto di farlo.
Il timore principale è che si possa modificare la legge che porta il nome della ex ministra Fornese o che possa essere eliminato tutto il sistema di ricalcolo per uno totalmente contributivo.
Chi è andato in pensione nel 2021 con l’attuale legge in vigore (anche se ha deciso di continuare a lavorare per incrementare la pensione che verrà), rischia di vedersi ricalcolata con l’arrivo di una nuova legge?
Chiariamo subito che questo rischio non si corre perché si accede alla pensione con le condizioni previste dlala legge e nessuna norma approvata successivamente può cambiare le cose, anche se abolisce quella stessa legge con la quale si è andata in pensione.
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Pensioni, la discussione sulla riforma: cosa può succedere
Ci sono però degli aspetti da tenere in considerazione. Se si va in pensione con una legge e successivamente ne viene approvata un’altra, non c’è alcun tipo di problema, ma le carte in tavola possono essere modificate. La cristallizzazione stessa può essere oggetto di modifica o abolizione perché la legge 335 del 1995 prevede che il calcolo misto-retributivo può essere rivisto.
Insomma, se si vuole andare in pensione con il sistema attuale, per avere la certezza bisogna farlo prima della fine dell’anno corrente ossia quando la legge sarà ancora in vigore.
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Per quanto riguarda le decisioni politiche che verranno sembra difficile che la riforma dicui si sta discutendo possa andare a modificare la legge Fornero o che comunque a tutti i futuri pensionati possa essere esteto il calcolo contributivo. La strada preferita sembra essere quella di applicare il metodo solo a chi lo sceglierà volontariamente.