Alcuni colossi del tech potrebbero trovare più conveniente, a livello economico, violare le norme e pagare le sanzioni piuttosto che seguirle.
Il principio reato-pena regola gli ordinamenti giudiziari dell’intero Pianeta. La possibilità di essere assoggettati ad una punizione, nel caso in cui si commettesse un atto illecito, dovrebbe rendere il soggetto reticente dal porre in essere comportamenti contro legge.
Eppure, delle volte capita che i benefici traibili dalla disobbedienza, superino lo svantaggio derivabile da una sanzione. Sarebbe il caso di alcuni colossi del Tech americano e delle regole antitrust. Meglio una sanzione o rispettare la legge? Per Apple la multa è preferibile secondo quanto riferito dal Commissario europeo per la concorrenza Margrethe Vestager.
Leggi antitrust, alcuni colossi del Tech preferiscono le sanzioni al rispetto delle norme
Lo ha affermato Margrethe Vestager, Commissario europeo per la concorrenza: per alcuni colossi del Tech la sanzione derivante dalla violazione delle leggi antitrust sarebbe più conveniente del rispetto delle norme.
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La Vestager, per far comprendere la veridicità del fenomeno ha citato l’esempio Apple contro Antitrust Olandese. La Dutch Authority for Consumers and Markets (Acm), riporta la redazione di Yahoo Finanza, ha comminato una sanzione di 5 milioni di euro, per la quinta volta, alla Mela, relativamente alla possibilità per gli utenti di effettuare pagamenti diversi a quelli previsti da Apple per potersi iscrivere ad app di incontri.
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Tale circostanza sarebbe indice manifesto del fatto che il colosso di Cupertino trarrebbe maggior vantaggio a corrispondere una multa piuttosto che rispettare la normativa vigente. Un atteggiamento che potrebbe fungere da apripista per altri colleghi.
Quanto fatto dalla Apple potrebbe essere il “cattivo esempio” che in tanti potrebbero iniziare a seguire. Per porre rimedio a questo potenziale e deleterio fenomeno il Commissario avrebbe avanzato la possibilità di applicare il Digital Markets Act già a partire dall’anno prossimo a mezzo del quale regolare l’ambito operativo di Alphabet che controlla Google, Amazon Apple, Facebook e Microsoft.
L’azienda di Cupertino avrebbe avanzato, giusto farlo presente, una sua ipotetica soluzione ma gli sviluppatori la hanno immediatamente bocciata sia perché di difficile attuazione sia perché antieconomica. In sintesi si sarebbe dovuto realizzare un meccanismo che avrebbe permesso di far scegliere agli utenti di utilizzare metodi di pagamento diversi da quelli dello Store. Ma in questo caso le commissioni sarebbero state del 27% rispetto al 30% del sistema integrato. Per non parlare poi delle commissioni dovute propriamente per il servizio offerto.